Una proposta di legge per gli home restaurant. È concorrenza sleale?

Tavola apparecchiata

 

Ha appena iniziato il suo percorso in Parlamento la proposta di legge presentata da Azzurra Pia Maria Cancelleri del Movimento 5 stelle per regolamentare l'attività di home food, la "ristorazione domestica" esercitata da non professionisti a casa propria. Il fenomeno è già attivo in Italia  in da anni, ma senza una precisa regolamentazione. Cosa ne pensano i ristoratori? Per l'80%, secondo un sondaggio  di Confesercenti, è concorrenza sleale. Si alzeranno anche i questo caso le barricate come è successo tra i tassisti e Uber, l'organizzazione di automobilisti che offre passaggi in auto private a pagamento?
Dipenderà da come i ristoratori giudicheranno la legge ora in fase di gestazione i cui passaggi fondamentali sono:

  1. Un massimo di 10 coperti.
  2. 2  stanze al massimo da destinare all'attività.
  3. Un massimo di 8 aperture al mese.
  4. Un massimo di 80 aperture all'anno
  5. Obbligo di presentare alla Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) l'inizio dell'attività.

Secondo una ricerca del Centro studi turistici, nel 2014 in Italia il social eating  ha fatturato 7,2 milioni di euro. I cuochi spontanei sono stati 7 mila e i l loro clienti 300 mila persone. Come per Uber, il contatto tra padroni di casa cucinieri e clienti si stabilisce soprattutto su internet.

 

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