Top in pietra: i vantaggi delle lastre Neolith

Negli ultimi anni, grazie alle nuove tecnologie, stanno prendendo piede le pietre sinterizzate dalle alte prestazioni, anche estetiche

Top in pietra Neolith
Negli ultimi anni, grazie alle nuove tecnologie, stanno prendendo piede le pietre sinterizzate dalle alte prestazioni, anche estetiche

Nel corso degli anni i ristoranti hanno conquistato il rango di laboratori creativi non solo per quanto riguarda l’ideazione e preparazione delle pietanze, la ricerca e abbinamento degli ingredienti, ma anche per i materiali d’arredo, i rivestimenti e le finiture.

Una spinta al cambiamento e all’innovazione dettata dai tanti requisiti richiesti dalle norme Haccp, ma soprattutto dal trend della cucina a vista, ormai parte integrante dell’ambientazione del locale e della comunicazione trasparente nei confronti della clientela. Fra le prime a essere coinvolte sono state le superfici orizzontali a diretto contatto con il cibo e le sue lavorazioni. Se in cucina l’acciaio rimane il leader indiscusso della zona cottura, sempre di più lavelli e piano di lavoro vengono realizzati con altri materiali. È il caso anche del pass di uscita dei piatti o dei banconi di lavoro dove la grande versatilità e adattabilità dei nuovi materiali tech si esprime al meglio. Nella versione monolite piano e frontali, spesso con ante prive di maniglie, valorizzano l’effetto di continuità delle superfici.

Le soluzioni a disposizione sono sempre più ampie con accostamenti che variano in base al risultato estetico cercato e al budget a disposizione, ma comunque sempre dettate da esigenze pratiche, come la resistenza ai graffi e agli sbalzi di temperatura, la durata nel tempo, la facilità di pulizia, l’igiene e l’ecosostenibilità. I materiali naturali sono quelli di gran lunga più utilizzati: dalle maxi lastre in ceramica senza soluzione di continuità (con lunghezza di oltre 3 metri e senza giunzioni visibili) e con spessori minimi (fino a soli 12 mm), alle pietre sinterizzate che rappresentano l’ultima frontiera di quelle d’estrazione o di cava.

Fra le più evolute ci sono le lastre Neolith, composte di minerali e ossidi naturali sottoposti a pressione e a temperature estreme tramite una tecnologia brevettata (TheSize), che consiste nell’accelerazione del processo di formazione delle rocce da magmatiche a  metamorfiche e sedimentarie. Un processo di milioni di anni diventato industriale per ottenere materiali lapidei (marmi, pietre, graniti e travertini) con prestazioni elevate. Nella prima fase, l’insieme di materie prime passa sotto una pressa a cui viene applicata una forza/pressione fino a 400 bar; nella seconda fase la lastra passa attraverso un forno per la cottura a temperature superiori ai 1200°C da cui poi scaturisce “una superficie ultra compatta di decorazione a massa completa reale”, come spiega l’azienda.

Un materiale quindi 100% naturale e riciclabile, basato su tre gruppi di elementi (minerali provenienti dal granito-quarzo e feldspato che conferiscono durezza e resistenza al prodotto; minerali derivanti dal vetro e dal silicio che conferiscono stabilità chimica; ossidi naturali che conferiscono proprietà cromatiche) che presenta le caratteristiche indispensabili per le superfici ad alto tasso di usura, come quelle dei ristoranti che richiedono: un’estrema resistenza ai graffi, alle alte temperature, agli agenti chimici e ai raggi UV, oltre ad essere antimacchia si distingue per una porosità con un grado di assorbimento praticamente nullo.

I formati variano dalle grandi lastre rettangolari ai moduli quadrati che riproducono le dimensioni delle tradizionali piastrelle, tutti con spessori ridotti: 3 mm per i mobili e i rivestimenti interni, 6 mm per i pavimenti e i rivestimenti esterni, 12 mm per i piani cucina.

Due le tecnologie più innovative: Full Body, massa completa reale che integra lo stesso colore e lo stesso motivo all’interno di tutto lo spessore del materiale, e NDD, Neolith Digital Design, a decorazione digitale in grado di riprodurre nei minimi dettagli l’aspetto e il tatto delle pietre naturali.

Fra le finiture, invece, il modello Nero Marquina, in grado di replicare perfettamente l’omonimo marmo spagnolo caratterizzato dalle venature di colore bianco su sfondo nero, Neolith Calacatta Gold e Marmo di Carrara che si ispirano agli omonimi marmi. Per quest’ultimo, sono state create due versioni di Bianco Carrara: la prima con una riproduzione più delicata delle venature e l’altra che mette in risalto i contrasti più evidenti. L’offerta di colori e finiture è molto vasta, tanto da soddisfare qualsiasi esigenza estetica e pratica e, a partire da una certa quantità, anche con misure speciali. Un materiale eclettico dal punto di vista estetico, ecologico, adattabile, di lunga durata e di facile manutenzione, che sta entrando a far parte della ristorazione a tutti i livelli.

Nella foto: Ricarda's Restaurant, Toronto

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