Cucine a basso impatto ambientale: alla scoperta di nuovi materiali

Nella progettazione dei locali cresce la domanda di realizzare ambienti più salubri. Possibilmente scegliendo soluzioni eco-sostenibili

Progettare è un’azione complessa; occorre essere in grado di immaginare un’opera compiuta in tutti i suoi dettagli prima che si sia anche solo iniziato a realizzarla. Tanto più il progetto sarà esaustivo e completo, tanto migliore sarà il risultato finale.
Le problematiche che si possono incontrare in fase di realizzazione di una cucina possono essere innumerevoli, perché gli ambienti legati alle preparazioni alimentari hanno una complessità impiantistica notevole e necessitano di un’attenzione importante alle problematiche ergonomiche di dimensionamento degli spazi.

Anche i materiali utilizzati per finiture e superfici giocano un ruolo importante: la scelta dei materiali impiegati nella realizzazione degli spazi di lavoro è un passaggio fondamentale per la realizzazione di un ambiente idoneo.
Concorrono alla scelta diversi fattori. Il primo da tenere in considerazione è quello normativo: in base all’ambiente e al suo classamento possono esistere prescrizioni rispetto alle prestazioni dei materiali impiegati, come ad esempio la rugosità superficiale delle ceramiche, che identifica il grado di resistenza allo scivolamento; questa caratteristica viene indicata con la lettera R e valori compresi tra 9 e 13, dove con nove si identifica il materiale che ha superato il primo grado del test e con tredici i materiali più ruvidi, generalmente impiegati unicamente per speciali lavorazioni industriali. È importante tener conto che a maggior rugosità corrisponde minor facilità di pulizia.
Negli ultimi anni la crescente attenzione all’ambiente ha introdotto fra i criteri di progettazione e scelta dei materiali anche aspetti legati all’eticità dei prodotti, per via del loro ciclo di vita, o alla qualità ambientale derivante dall’impiego di un dato materiale, come per esempio i rivestimenti con caratteristiche fotocatalitiche, in grado di trasformare sostanze inquinanti in innocui composti, grazie alla produzione di ossigeno attivo.

La scelta dei materiali da impiegare è un aspetto cruciale del progetto. Per individuare le soluzioni migliori, occorre fare riferimento a quattro criteri base: piacevolezza, funzionalità, durabilità e sostenibilità.
La piacevolezza riguarda l’immagine del locale e la sua coerenza complessiva. Sempre più spesso le cucine sono a vista, il che fa entrare questi luoghi di diritto fra gli ambienti che necessitano di un’attenzione particolare per l’estetica.
La funzionalità riguarda il quotidiano e la manutenzione ordinaria: per le superfici intervengono fattori come la rugosità superficiale, che ne determina la facilità di pulizia, o la presenza di spigoli vivi, per una maggiore ergonomia dello spazio.
La durabilità è un fattore che mette in campo anche scelte economiche: gli investimenti necessari all’allestimento di una cucina sono importanti (mediamente si aggirano sui 1.500 €/mq) e necessitano quindi di tempi di ammortamento medio lunghi, che non possono quindi prescindere da una durabilità importante dei materiali impiegati.
La sostenibilità è un parametro “etico” entrato di prepotenza e ormai consolidato nel sentire comune: prevede l’uso di materiali eco-compatibili, bio-sostenibili o che rientrino nei principi di riuso e riciclo.
La lista dei materiali “sostenibili” è in costante crescita: dalle lastre di vetro ricomposte, che sfruttano il riciclo di materiali di risulta, al parquet in bambù, che essendo una pianta con un fattore di ricrescita molto elevato, evita la deforestazione di legni pregiati. Particolarmente interessanti sono quei materiali che riescono a coniugare innovazione e sostenibilità, come le ceramiche fotocatalitiche.
Un approccio della progettazione a ridotto impatto ambientale non genera necessariamente un aumento dei costi di realizzazione, anzi: in alcuni casi li contrae sensibilmente, oltre a garantire in genere una migliore qualità ambientale.

 

Nella foto: rivestimenti in vetro colorato Vitrea Italia
La lastra di vetroceramica nella foto è ottenuta dal riscaldamento e dalla fusione di schegge di vetro riciclate. Composta al 99% di vetro riciclato, possiede le caratteristiche combinate di vetro e pietra naturale. La provenienza della materia prima determina il colore del prodotto finale, conferendogli resistenza nel tempo, ma anche ad abrasioni, acidi, graffi e sbalzi termici. Trova molteplici applicazioni per l’impiego in interno: piani per reception, cucine, bagni o rivestimenti di pareti, scale e colonne. Viene fornito in lastre da 2.700 x 1.200 mm con spessore 21 mm in vari colori, non è temperato e come tale può essere tagliato a getto d’acqua o tramite disco.

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