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Nuovi standard di traduzione creativa dei menu per facilitare la vita ai turisti internazionali e aiutare i ristoratori ad aumentare il fatturato della loro attività. È questo il business promosso dalla startup modenese Dishcovery che ha avviato una campagna di raccolta fondi. È possibile sostenere la startup sulla piattaforma 200crowd offrendo entro il 15 dicembre contributi compresi tra un minimo di 500 euro e un massimo di 15 mila euro. Conclusa la campagna, i sostenitori diventeranno soci di Dishcovery. Con i fondi raccolti la società potrà svolgere attività di marketing, commerciali e sviluppare nuove tecnologie per scalare più velocemente il mercato e per testare nuovi modelli di business, in primis quello dei sistemi di pagamento smart attraverso piattaforme come WeChat Pay e Alipay. La società modenese è già oltre il 70% del suo obiettivo minimo, avendo ricevuto donazioni per 39 mila euro.

Dishcovery offre un servizio innovativo perché non traduce semplicemente i menù ma li racconta fornendo tutte le informazioni su cultura culinaria, piatti, ingredienti, allergeni, abbinamenti di vino. Si tratta di un servizio multimediale che permette di creare un menù digitale e multilingua visualizzabile sullo smartphone senza bisogno di scaricare alcun tipo di App. E’ sufficiente inviare la foto del menù al team Dishcovery, indicando in quali e quante lingue si intende tradurlo, e dopo qualche giorno il ristoratore riceve un codice QR che contiene il menù tradotto al quale ogni ospite può accedere sul suo cellulare direttamente nella sua lingua.
Tra i clienti già acquisiti di Dishcovery figurano anche alcuni ristoranti della catena Autogrill, come Motta, Bistrot e Panino Giusto e stanno per essere avviate collaborazioni con la catena Welldone e Tortellino. A questi grossi gruppi si aggiungono hotel, piccole catene di ristoranti e ristoranti di alto livello situati principalmente a Milano, Venezia e Roma.

E’ lo stesso Giuliano Vita, fondatore insieme a Marco Simonini a spiegare l’innovatività di Dishcovery: «Si fa l’errore di dare per scontato che la sola traduzione basti a far comprendere tutte le informazioni sul piatto e sugli ingredienti. Dire ad esempio a un turista cinese che come ingrediente è presente la mozzarella è poco utile, in quanto non è nient’altro che la traslitterazione della parola italiana. Da qui la necessità di raccontare i menù, la preparazione del piatto, la storia degli ingredienti, consigli sull’abbinamento con il vino, accompagnati da foto che per quanto possa essere una caratteristica dei menù turistici, è considerato normale in altri luoghi del mondo».

Un servizio che per il ristoratore si trasforma in un aumento di fatturato grazie ad una scelta più consapevole da parte del turista. I primi mesi di vita della startup hanno registrato risultati molto positivi: costituita ad aprile 2018, nel giro di pochi mesi ha registrato l’adesione di 70 ristoranti e registrato più di 15.000 accessi ai menù digitali da parte di turisti stranieri. Il 40% dei ristoranti che hanno aderito con un account prova hanno chiesto la conversione in cliente pagante mentre il 98% dei turisti che hanno utilizzato il servizio Dishcovery hanno lasciato un feedback positivo giudicano il servizio come molto utile.

 

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