Menu speciali per la donna che lavora

Nell’ambito del progetto Okkio alla Ristorazione è stato realizzato il primo F-menu studiato per le lavoratrici. L’importanza di un approccio di genere per il rapporto tra alimentazione e salute. Già 240 le realtà che lo hanno adottato

Donne e uomini sono diversi, non è certo una novità. Una diversità che però va oltre il luogo comune e le evidenze lapalissiane, ma che dev’essere presa in considerazione anche per altri aspetti inerenti alla salute. Negli ultimi anni si sta infatti parlando molto della cosiddetta “medicina di genere”, dove il genere è caratterizzato da alcune variabili, non solo biologiche, ma anche ambientali, culturali e socio-economiche, che determinano le differenze tra i sessi e in cui assume un ruolo importante anche l’alimentazione.
È in questo ambito che si inserisce Okkio alla Ristorazione, un progetto interregionale del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, approvato dal ministero della Salute, volto a migliorare la qualità dei pasti serviti nelle mense, promuovendo la diffusione e l’adozione di corretti stili alimentari da parte degli utenti della ristorazione scolastica, ospedaliera e aziendale. Al progetto, realizzato in sei regioni (Sicilia, Emilia-Romagna, Campania, Lazio, Marche e Veneto), hanno aderito finora 240 mense per un totale di circa 115.000 pasti giornalieri serviti.
L’obiettivo è migliorare l’offerta nutrizionale (attraverso la promozione di frutta e verdura, la riduzione del sale, l’aumento dei folati, la riduzione di alimenti ricchi di zuccheri e di grassi animali, l’utilizzo prevalente dell’olio extravergine d’oliva come condimento) e l’adesione a stili più salutari in occasione del pasto in mensa, per contrastare fenomeni come l’obesità e le malattie croniche degenerative. Il progetto prevede anche la realizzazione di una banca dati per la sicurezza nutrizionale e corsi di formazione per gli operatori della ristorazione collettiva, oltre a campagne informative dirette agli utenti della ristorazione e alle loro famiglie.
Okkio alla Ristorazione ha pensato al mondo femminile, in particolare alle donne che lavorano e che spesso sono sottoposte a ritmi frenetici, trascurando spesso la propria salute e la propria alimentazione per mancanza di tempo.
L’idea dell’F-menu (dove la F sta per “femminile”, “forma fisica”, “futuro”, “fertilità”), nell’ambito del progetto Okkio alla Ristorazione, nasce quindi dall’esigenza di proporre pasti progettati su misura per regalare alle donne che lavorano l’opportunità di trasformare la pausa pranzo in un piacevole momento per prendersi cura di se stesse, concedendosi cibi che appaghino il palato, ma al tempo stesso sani.
Il primo F-menu - presentato, non a caso, lo scorso 8 marzo a Roma alla mensa aziendale della Regione Lazio - è stato studiato da Stefania Ruggeri, ricercatrice CRA (Consiglio per la ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia agraria) Nutrizione, sulla base delle più recenti e autorevoli evidenze scientifiche e interpretato dalla chef stellata Cristina Bowerman.
Questo primo menu - composto  da riso integrale con puntarelle, spinaci e zenzero; polpette di ceci, alici e limone; cime di rapa con uvetta e pinoli; arance rosse - contiene alimenti importanti per le donne. Grazie alla presenza delle brassicacee, degli spinaci, della frutta secca e delle arance, i piatti sono infatti ricchi di folati, vitamine importanti che proteggono dalle malattie cardiocerebrovascolari e in caso di gravidanza riducono il rischio di parti prematuri e di gravi patologie congenite. La combinazione dei piatti proposta riesce a coprire circa il 70%  della  dose giornaliera raccomandata  per i folati,  tenendo conto delle perdite con le cotture.
Le cime di rapa utilizzate per il contorno (scelte da Cristina Bowerman in omaggio alla sua terra di origine, la Puglia) non solo contengono buone quantità di folati, ma sono anche ricche di glucosinolati, composti ad attività antitumorale presenti in tutte le brassicacee. Il menu è inoltre ricco di fibra alimentare, grazie al riso integrale, alle verdure, ai legumi e alla frutta fresca e secca, che copre circa il 60% della quantità giornaliera raccomandata. La fibra alimentare, infine, ha effetti preventivi sullo sviluppo dei tumori e riduce il rischio di ipercolesterolemia e di sindrome metabolica. Aiuta inoltre la salute dell’intestino e aumenta il senso di sazietà.

Sano, buono e riproducibile
F-menu è stagionale, declinabile in varianti locali, nutrizionalmente calibrato su quei nutrienti necessari alle specifiche esigenze femminili, mediterraneo, attento ai costi e alle calorie, sicuro anche per le celiache, ma soprattutto gustoso.
Come ha dichiarato Stefania Ruggeri, ricercatrice CRA Nutrizione, «l’F-menù è un esperimento pratico di nutrizione di genere. La mia idea è quella di renderci più consapevoli del valore di quel che mangiamo: conoscere i nutrienti di cui abbiamo particolarmente bisogno nelle diverse e particolari fasi della nostra vita di donne è fondamentale per la nostra salute e per quella delle future generazioni».
Per la chef Cristina Bowerman partecipare al progetto è stato motivo d’orgoglio: «Mettere a punto un “modello” di menu mirato alla diffusione a livello nazionale potrà avere un’influenza decisiva nella vita alimentare di tantissime donne. I menu sono stati creati sulla base degli input nutrizionali suggeriti da Stefania Ruggeri, rispettando dei punti fermi come la stagionalità e il bilanciamento dei nutrienti, la mediterraneità e il contenuto di nutrienti specifici, ma sono anche pensati per essere facilmente riproducibili nelle mense aziendali».

 

Nella foto: in primo piano Stafania Ruggeri, ricercatrice CRA (Consiglio per la ricerca in Agricoltura), con la chef stellata Cristina Bowerman, che ha ideato le ricette del primo F-menu pensato per le donne.

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