La crisi non frena la voglia d’impresa

Il rapporto Unioncamere certifica un 2011 difficile per il comparto ricettivo e turistico: -2,5% il giro d’affari. Oltre 10mila i nuovi assunti tra camerieri e cuochi. In forte aumento gli stranieri, sia tra i dipendenti sia tra gli imprenditori

Domanda debole e cali tendenziali del volume d’affari: è il bilancio del comparto ricettivo e turistico emerso dall’annuale Rapporto Unioncamere, che traccia un’analisi dello stato economico di tutti i suoi iscritti.
I dati 2011 mostrano un andamento tendenziale dal segno meno, partito con un -0,6% nel primo trimestre (rapportato al medesimo periodo dell’anno precedente) e conclusosi con un -7% negli ultimi tre mesi dell’anno (media: -2,5%).

Aumenta il numero di aziende, calano gli occupati

Nonostante la crisi, aumenta il numero delle imprese: il comparto, che nei calcoli di Unioncamere include pubblici esercizi e imprese alberghiere, sfiora quota 400mila (il 6,4% sul totale degli iscritti), con 11.537 unità in più rispetto al 2010 (+3,01%). Sono molti i giovani che mostrano di voler fare impresa in questo comparto: le aziende capitanate da under 35 sono quasi il 15% del totale, quota che colloca alberghi e ristoranti al secondo posto nella top ten dei settori a più alta densità giovanile, alla pari con le costruzioni.
Sensibile il calo dell’occupazione nel più ampio comparto del commercio e del turismo. Secondo Unioncamere, il numero dei lavoratori dipendenti è sceso dal 2010 al 2011 del 30% (per un totale complessivo che supera di poco i 4,5 milioni di unità), cui fa da contraltare un aumento dell’occupazione indipendente non sufficiente per colmare il gap (6,1%).

La specializzazione ripaga
Il taglio ha colpito gli italiani (-62,6%), a vantaggio degli stranieri (+38,7%).
Per i lavoratori specializzati, però, la richiesta non si ferma: al contrario, le imprese denciano una certa difficoltà nel reperire personale utile a ricoprire determinate posizioni, specialmente tra i giovani.
Fra cuochi e camerieri, il rapporto calcola che nel 2011 siano stati firmati oltre 10mila contratti di lavoro non stagionali per under 30.
Oltre un quarto delle aziende, però, ha avuto difficoltà nel trovare il giusto candidato (il 23% per i camerieri e il 31 per i cuochi).
La questione coinvolge anche le grandi imprese (con più di 100 dipendenti): per oltre 1.600 dei quasi 5mila addetti alla ristorazione e ai pubblici esercizi assunti nel 2011 il percorso di selezione è stato complesso: il 32,9%.

Le retribuzioni medie

La difficile reperibilità è legata, per Unioncamere, a un aumento delle retribuzioni in ingresso. Nel settore della somministrazione si evidenzia un certo squilibrio fra la retribuzione media (24.526 euro) e lo stipendio offerto ai nuovi entrati (30.577 euro).
La soluzione, specie per i camerieri, è stata spesso trovata assumendo stranieri: nel triennio
2009-11, calcola Unioncamere, ne sono stati assunti per posizioni non stagionali circa 15mila; in hotel e ristoranti, secondi i dati Istat, oggi sono oltre il 15% degli addetti. Notevole anche la componente imprenditoriale: quasi un’azienda su dieci è in mani straniere.

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