Riparte The Grand Gelinaz! Shuffle: gli chef si scambiano le cucine

L'esperienza di Riccardo Camanini, uno dei quattro chef italiani coinvolti.

Mettersi alla prova, dimostrare creatività, adattabilità e capacità di improvvisare, ma anche scoprire tradizioni gastronomiche e tecniche di cucina dell’altro mondo (o quasi): sono gli ingredienti principali di The Grand Gelinaz! Shuffle, evento culinario organizzato dal collettivo di chef internazionali Gelinaz!, arrivato alla sua seconda edizione e sconsigliato a chi non ama le sorprese. Il prossimo 10 novembre, 40 chef rinomati, provenienti da quasi 20 Paesi del mondo, giocheranno a scambiarsi il ristorante con i colleghi. Gli chef selezionati parteciperanno a un’estrazione e voleranno laddove il caso avrà voluto. E non è detto che il proprio ristorante e quello di destinazione siano di pari livello. Da casa, gli chef potranno portare solo loro stessi: avranno tre giorni per adattarsi al Paese e alla cucina del collega e per improvvisare un menu di otto portate per la cena del 10 novembre.

Quattro gli chef italiani coinvolti con i loro ristoranti: Massimo Bottura, dell’Osteria Francescana di Modena, proprio quest’anno primo nella lista The World’s 50 Best Restaurants; Massimiliano Alajmo de Le Calandre di Padova; Niko Romito del Reale di Castel di Sangro (Aq); Riccardo Camanini del Lido 84 di Gardone Riviera (Bs).

«Essere selezionati è un onere e un onore insieme, in particolare per una realtà come il Lido 84 che esiste da soli due anni – spiega Riccardo Camanini, il cui ristorante vantava una stella Michelin già ad appena un anno dall’apertura –. È un riconoscimento importante, senza contare l’attenzione mediatica a cui espone. Ed è un’occasione unica di confronto: non ne esistono di analoghe per noi chef. Tre giorni prima della cena, veniamo catapultati in una cucina e all’interno di un’équipe che non conosciamo e che hanno una tradizione diversa dalla nostra. In quei soli tre giorni dobbiamo familiarizzare con la cultura, con lo staff e conoscere produttori e fornitori di cui il ristorante si serve. Da lì, organizziamo la cena: possiamo curarne ogni aspetto, dal menu fino alla musica. Unica regola: rispettare il food cost del locale ospitante».

Il risultato dovrebbe essere inedito: un’interpretazione e una rilettura quanto più possibile radicali e personali di una tradizione gastronomica poco o per nulla nota.

L’anno scorso, Camanini ha partecipato alla prima edizione dello Shuffle: mentre il Lido 84 veniva presidiato dal francese Alain Ducasse, prendeva il posto di Magnus Nilsson al Fäviken di Järpen (Svezia), dove si è misurato con granchi, aringhe, germogli di pino e more. «Non ho preferenze per il 2016. Già so di non poter finire in uno degli altri tre ristoranti italiani. Ritengo quindi ogni altra meta un’ottima opportunità – continua Camanini –. Quella del 2015 si è rivelata un’esperienza positiva. Lavorando senza gli efficienti e rassicuranti modelli prestabiliti, con idee che arrivano anche all’ultimo e avendo solo tre giorni per adattarsi, a farla da padrone sono improvvisazione, estemporaneità e tempi serratissimi. Rispetto ai congressi in cui arrivi preparato ad hoc per l’occasione, The Grand Gelinaz! Shuffle insegna una preziosa lezione: quanto possa essere stimolante, talvolta, abbandonare i propri schemi».

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