Torna il vuoto a rendere. È facoltativo per i ristoranti amici dell’ambiente

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I ristoranti, bar, alberghi e altri punti di consumo amici dell’ambiente, d’ora in poi possono essere individuati dai clienti ricicloni grazie a un contrassegno indicante che in quel locale le bottiglie vuote di vetro e plastica vengono restituite al produttore che le avvierà al riciclo.

Dopo 40 anni, insomma, in Italia torna il vuoto a rendere, È attivo da ieri, 10 ottobre, ed è previsto da un regolamento del ministero dell’Ambiente, pubblicato il 25 settembre 2017 sulla Gazzetta Ufficiale, che attua la misura del «Collegato Ambientale» (legge di Stabilità 2014) rivolta alla prevenzione dei rifiuti di imballaggio monouso.

Al momento si tratta di una fase sperimentale con gli esercenti lasciati liberi di aderire o no al progetto. Le modalità ricalcano quelle in uso nel passato: l’esercente paga una cauzione su ciascuna bottiglia di vetro o di plastica variabile dai 5 ai 30 centesimi a seconda del materiale e della grandezza del contenitore, la somma gli verrà restituita al momento della resa.
La stessa cosa avverrà per il cliente che porta via  la bottiglia. In questo caso sarà il gestore a trattenere la cauzione e a restituirla, oppure il cliente potrà acquistare nuovamente il prodotto scontato del prezzo del contenitore.

Un vuoto restituito può essere riutilizzato molte volte. Com’è facile intuire, in caso di successo il provvedimento può avere una ricaduta positiva sull’ambiente. Basti pensare al calo dell’inquinamento dovuto alla produzione industriale e alla diminuzione dei rifiuti.
Dopo la fase sperimentale, che si concluderà nell’ottobre 2018, a seconda dei risultai si deciderà se rendere obbligatoria la norma e se estendere la sperimentazione ad altri prodotti.
Il sistema del vuoto a rendere è da tempo attivo con successo in Germania, Norvegia, Danimarca, Regno Unito e Finlandia.

 

 

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