Sicurezza alimentare, non abbassare la guardia sui prodotti ittici

Secondo il sistema di allerta europeo sui rischi degli alimenti, dal mare arrivano le minacce più frequenti per la salute. Nel complesso le notifiche nel 2015 sono in calo sugli anni precedenti. Ma crescono quelle sugli allergeni

Lo scorso febbraio la Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, come fa nei primi mesi di ogni anno, ha pubblicato il rapporto riguardante le più importanti problematiche sanitarie riscontrate nel settore durante l’anno precedente. Il rapporto esprime i risultati del Rasff (Rapid Alert System for Food and Feed), un sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi in vigore all’interno della Comunità Europea dal 1979 e basato, a livello legislativo, sul Reg. CE 178 del 2002. Il monitoraggio riguarda le principali filiere: alimenti, mangimi e materiali a contatto con gli alimenti.

Il Rasff è uno strumento importante per l’Ue per due motivi: consente il rapido ed efficace scambio di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione nel caso in cui si rilevino rischi per la salute umana; permette di notificare, in tempo reale, i rischi diretti e indiretti per la salute pubblica e, quindi, di adottare tempestivamente le opportune misure di salvaguardia. Dall’analisi emerge che nel 2015 a livello europeo le notifiche complessive sono state 2.967 contro le 3.097 del 2014 e le 3.136 del 2013 (nel 2011 le notifiche erano state complessivamente 3.721). A cosa può essere dovuta questa riduzione? Sicuramente a un’attenzione maggiore nei riguardi della sicurezza alimentare, ma anche a un più elevato livello di cooperazione tra gli Stati membri che ora riescono a risolvere alcune non conformità ritenute “non gravi” senza attivare il sistema Rasff.

Come negli anni precedenti l’Italia continua a essere di gran lunga il primo Paese per numero di segnalazioni inviate, con un totale di 511 notifiche (pari al 17,2% del totale), di cui 137 pervenute da parte degli Assessorati alla sanità, Asl e Comando Carabinieri per la tutela della Salute e 374 da parte degli Uffici periferici del ministero della Salute (Usmaf - Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, Uvac - Uffici Veterinari per gli adempimenti degli obblighi comunitari e Pif - Posti d’ispezione frontalieri) dimostrando così di effettuare un’intensa attività di controllo a livello nazionale.

Salmonella seguita da Listeria monocytogenes (responsabile della listeriosi) ed Escherichia coli sono tra i principali agenti di contaminazione biologica che dominano le statistiche anche nel 2015 mentre, per quanto riguarda la contaminazione di tipo chimico, troviamo in cima alla lista le micotossine (aflatossine, in primis, ocratossina, Don e fumonisine) e residui di fitofarmaci, seguiti da metalli pesanti (mercurio, cadmio e piombo). Se da una parte si assiste a una continua diminuzione di segnalazioni relative alla presenza di corpi estranei negli alimenti, risultano invece in deciso aumento le notifiche riguardo la presenza di sostanze allergeniche non dichiarate in etichetta (137 segnalazioni, erano 71 nel 2013). Per i prodotti italiani questa tipologia di rischio è in prima posizione, seguita dalla salmonella.

Vediamo quali sono state le categorie di prodotto più a rischio rilevate nel 2015 in Europa secondo la Relazione sul sistema di allerta europeo.

Prodotti della pesca: le notifiche per questa categoria di prodotti sono state 434 (25 di prodotti nazionali, la prima categoria di prodotti), la maggior parte dovute a un elevato contenuto di metalli pesanti (nei pesci mercurio e nei molluschi cadmio) seguite dalla presenza di contaminazioni di natura microbiologica (Listeria, E.coli e Salmonella), biocontaminanti (istamina e biotossine algali), additivi alimentari, residui di farmaci veterinari, allergeni, parassiti (anisakis), contaminazioni chimiche, irraggiamento, corpi estranei ed altri rischi, come cattivo stato di conservazione, etichettatura non conforme, importazione illegale, stabilimento non autorizzato, eccetera.

Prodotti della carne: escluso il pollame vi sono state 165 notifiche; la maggior parte ha riguardato contaminazioni microbiologiche come Salmonella, E.coli e Listeria monocytogenes.

Pollame: le notifiche sono state 170, in prevalenza riguardo a contaminazioni di natura microbiologica, con una netta prevalenza per la Salmonella.

Latte e derivati: sono pervenute 61 segnalazioni su prodotti a base di latte. I rischi maggiormente riscontrati sono di natura microbiologica dovuti a contaminazioni di Listeria, E. coli e Salmonella.

Frutta e vegetali: le segnalazioni  europee sono state 416 (15 in Italia, la terza categoria tra i prodotti) e hanno coinvolto diverse rischi sanitari, soprattutto residui di pesticidi, seguiti dalle contaminazioni microbiologiche. Tra queste le più numerose si riferiscono a Salmonella e a Norovirus.

Grassi e vegetali: le segnalazioni pervenute per questa categoria di prodotti sono state 30, soprattutto per coloranti non autorizzati e contaminazioni di natura chimica.

Cereali e derivati: sono state trasmesse 98 notifiche che coinvolgono questa classe di alimenti, soprattutto riguardanti la presenza di micotossine (in particolare deossinivalenolo e aflatossine), seguite da residui di pesticidi e allergeni.

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