Crescono i consumi di birra al ristorante, trainati da quella artigianale

Bilancio positivo per tutte le tipologie di birra. In forte crescita i fusti, buon lancio per le radler

Per i ristoranti (e non più solo per le pizzerie), la birra sta diventando un prodotto sempre più interessante. Complici da un lato lo sviluppo delle birre artigianali di qualità e dall’altro il desiderio dei clienti di contenere il budget, le birre hanno sottratto consumi al vino e si sono fatte strada prima nei consumi e poi anche nelle carte. Le favorevoli condizioni meteo dell’estate, comparate con quelle pessime dell’estate 2014, hanno fatto il resto. Risultato: le rilevazioni del servizio trekking horeca grossisti di Iri a fine luglio evidenziano una crescita a valore nelle vendite dei grossisti del 6,1% rispetto ai 12 mesi precedenti.

Una crescita significativa, soprattutto perché avvenuta nel contesto di consumi ancora sostanzialmente fermi.
«È interessante notare - afferma Mario Carbone, business development manager di Iri-SalesOut - come la birra sia cresciuta più al ristorante che negli altri segmenti dell’horeca. E l’incremento ha coinvolto tutte le tipologie e tutti i formati, con la sola eccezione delle lattine. Il fusto ha performato meglio della bottiglia, mentre tra le tipologie spicca la crescita delle birre rosse».

Ma i segnali più interessanti, in assoluto, sono la forte crescita delle birre artigianali e l’ottimo debutto delle birre radler, che hanno conquistato in poco tempo uno 0,6% di quota di mercato. «Una dimostrazione che l’innovazione di prodotto paga - afferma Carbone -. Molti ristoratori l’hanno capito, tanto che si stanno diffondendo, accanto alle carte dei vini, anche le carte delle birre».

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