La Mozzarella di Bufala Campana Dop schiera gli avvocati contro il film “Non ci resta che il crimine”

mozzarella

L'attuale commedia cinematografica italiana ha ereditato ben poco dalla grande commedia degli anni sessanta e settanta, quando gli attori erano i papà dei protagonisti di oggi, per esempio Gassman, Tognazzi, De Sica. Genitori sfortunati, che non sono riusciti a trasmettere ai rampolli un briciolo del loro stile. Certo, allora come ora, la risata era dolceamara e si rideva delle debolezze nazionali, ma con una classe che oggi risulta tristemente dispersa e senza diffamare nessuno. La legge del business impone il successo al botteghino e i pur talentuosi  figli d’arte si piegano docilmente a sceneggiature becere, con battute scontate, e accessibili anche ai più distratti perché già incise nella mente di ognuno in quanto luoghi comuni. Battute che è facile scrivere, recitare e ascoltare, perché si sono già sentite chissà quante volte in autobus e al bar.  Stereotipi ben commerciabili e benissimo retribuiti.
La battuta  “Non ci resta che vendere le mozzarelle contaminate di Caserta”, inserita nel film “Non ci resta che il crimine”, ha fatto arrabbiare sul serio il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP. Questo il suo comunicato:

"La battuta di pessimo gusto sulla mozzarella contaminata di Caserta nel film 'Non ci resta che il crimine' è un falso storico e un'offesa inaccettabile a un intero territorio. Abbiamo già incaricato i nostri legali per mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutela dei produttori di mozzarella Dop, ma anche a difesa di una terra ingiustamente martoriata da stereotipi che non possono essere rilanciati anche da un film. Sconcerta ancor di più che a pronunciare quelle parole sia un attore del calibro di Marco Giallini".
In un primo tempo, per errore, il Consorzio aveva attribuito la frase ad Alessandro Gassman. Ma poco cambia, il problema non è il singolo attore ma questo genere cinematografico, fatto di attori, registi e sceneggiatori che si credono impunibili.

Non la pensa così il presidente del Consorzio Domenico Raimondo, che annuncia la linea dura:"Siamo ben oltre la bufala in tempi di fake news. Abbiamo raccolto e facciamo nostra l'indignazione dei nostri soci e di tanti cittadini che ci hanno scritto dopo aver visto esterrefatti il film. Nessuna mozzarella Dop è mai risultata contaminata, nemmeno nei periodi più difficili, che per fortuna sono alle spalle. Oggi i consumatori testimoniano ogni giorno quanto amano la bufala campana, visto che nel 2018 abbiamo raggiunto il record storico di produzione con oltre 50 milioni di chili di mozzarella sulle tavole di tutto il mondo. Essere infangati al cinema è intollerabile - avverte - e il nostro appello va a tutte le istituzioni campane per una mobilitazione collettiva contro ogni tentativo di gettare ombre su questa terra. Siamo stufi di comportamenti del genere e non li tollereremo più. Faremo valere la nostra dignità e il nostro orgoglio in ogni sede. Pretendiamo rispetto da tutti".

 

 

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