Ristoranti full service: nel 2015 in calo fatturato e insegne secondo Euromonitor. In controtendenza le catene

Secondo Euromonitor, nel 2015 i ristoranti full service in Italia hanno ancora risentito dell’onda lunga della recessione. Il loro valore è diminuito dell'1%, a 42,3 miliardi di euro, mentre il numero di punti vendita è sceso a 105.471. Per il prossimo futuro, rimanendo costanti i prezzi del 2015, è prevista una diminuzione del valore a 42,0 miliardi di euro e dei punti vendita a 104.556.

Nonostante questi dati, sempre nel 2015 sono nati nuovi concept full service. Seguendo l'esempio di Eataly, che unisce la ristorazione alla vendita di alimentari al dettaglio, Coop ha aperto un ristorante all'interno del suo punto vendita a Firenze Novoli, mentre Conad ha inaugirato un il ristorante “Con Sapore” all'interno del suo ipermercato a Forlì che propone ricette tradizionali realizzate con ingredienti freschi Conad e prodotti a marchio.
Inoltre, grazie al loro insermento nei menu, è aumentata la vendita di prodotti biologici, locali e free-from (specifici per intolleranti a vari alimenti). Per esempio, nel caso di pizza e altri prodotti da forno, è aumentata la vendita di farine senza glutine e a base di cereali alternativi come il kamut.
Andamento decisamente positivo anche per i ristoranti full-service Old Wild West, di Cigierre Spa, e Roadhouse Grill, di  Cremonini Spa, che sono cresciuti, in termini di valore, di un notevole 22% nel 2015. L'apertura di punti vendita in stazioni ferroviarie e centri commerciali, i prezzi competitivi e un ambiente informale sono stati premiati dai consumatori italiani.

Quanto alle prospettive, l'economia italiana dovrebbe continuare a recuperare la recessione. Tuttavia, non tutti i ristoranti torneranno al traffico pre-crisi soprattutto perchè negli ultimi cinque anni sono cambiati gli atteggiamenti dei consumatori e ciò che essi cercano quando mangiano fuori. Saranno favoriti quelli presenti on line e che offrono sistemi di ordinazione e prenotazione tramite app, oltre a quelli che offrono piatti a base di ingredienti locali e sani.
Gli indipendenti continueranno a soffrire della concorrenza delle catene, ma rimarranno la maggioranza per numero di punti vendita.

 

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