Barolo e non solo protagonista in cantina

Modelli –

Ristoratori e distributori. All’Enoteca dei 100 Barolo di Cologno Monzese (Mi), un bell’esempio di impresa che funziona grazie ai buoni sapori

Cologno Monzese, periferia Nord di Milano. Zona di fabbriche, tangenziali, concessionari d'auto e palazzoni. Insomma non proprio un luogo ameno che tuttavia riserva qualche gradita sopresa. La sorpresa, nel nostro caso, si chiama Enoteca dei 100 Barolo, indirizzo che agli appassionati del vino, della buona tavola e anche i professionisti (e poi vedremo perché) dovrebbero segnarsi in agenda.
Prima domanda, quasi scontata.
Perché Enoteca dei 100 Barolo? «Perché volevamo dare una connotazione specifica al locale e ci è sembrato ovvio puntare su un vino che ci piaceva»: sono parole di Tommaso Primo che cura l'impresa assieme agli altri due soci, Umberto Graziano e Alessandro Ridolfi.
Ovvio dire che qui - e dato il nome è difficile immaginare altrimenti - tutto o quasi ruota attorno al vino. Una carta monumentale, scatole e cassette di vini che si integrano agli arredi del locale, una ricca e fornita cantina che serve non solo il ristorante in sé, ma (e qui sta il motivo di interesse per gli altri professionisti) che è stata pensata anche per soddisfare le esigenze degli altri locali milanesi.
Già perché oltre all'attività di ristorazione, che sonderemo meglio tra poco, qui funziona, e bene, anche una piccola attività di distribuzione vini, iniziata quasi per caso che oggi sta avendo un ottimo successo. Tant'è vero che, come spiega Primo, il portafoglio aziende sta aumentando e addirittura oggi l'enoteca dispone di due rappresentanti che si occupano della provincia di Milano e di Brescia. Tra le aziende nel portafoglio numerose cantine piemontesi, ma anche aziende di Alto Adige, Friuli, Umbria, Puglia e Sicilia.

La distribuzione

«Oggi stiamo pensando alla parte logistica che per ora si basa sugli spazi dell'enoteca - spiega Primo -. Le richieste e le potenzialità per crescere però ci sono, tanto più che non essendo solo distributori, ma anche enotecari abbiamo il vantaggio di poter fornire a chi ce lo chiede sia solo i vini delle aziende che distribuiamo sia, pur se con prezzi diversi, ognuna della 7-800 etichette che abbiamo in carta dei vini».

Il resto? Il resto è un impresa che punta al gusto. Dei vini come visto, ma anche della cucina. Il lavoro comprende sia il mezzogiorno, con un piccolo menù per il pranzo (tre primi e tre secondi piuttosto semplici ai quali sono però sempre affiancati alcuni piatti più importanti come costate, fiorentine o anche il gran bollito misto piemontese che il mercoledì e il giovedì sera rappresenta l'attrazione principale dell'enoteca) sia il pomeriggio con l'aperitivo sia, ovviamente sulla sera.

I sapori della tavola

A tavola, i sapori del Piemonte (e nonostante il bollito) sono meno presenti che in cantina.
La cucina è basata su ingredienti di qualità e preparazioni espresse. Tutto è preparato in casa e niente è precluso dal punto di vista geografico. Ecco così apparire, senza vincoli territoriali, canederli o zuppe, cipolle al Marsala o faraone con pomodori secchi e acciughe. Prezzi? Più che ragionevoli: «Per precisa e meditata scelta» afferma Primo. Antipasti e primi a 9-10 euro e secondi a 14-18 (esclusa una monumentale Chateaubriand proposta a 52 euro, ma in grado di soddisfare senza problemi tre buone forchette), fanno felici gola e portafoglio.

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