Caffè Propaganda, bistrot francese con vista sul Colosseo

Tre imprenditori hanno unito forze e competenze in un nuovo locale polifunzionale, il romano Caffè Propaganda: ristorazione del territorio e proposte spuntino, bar e pasticceria (anche da asporto) si dividono le attenzioni della clientela lungo la giornata. In un’atmosfera da bistrot parigino

Un locale francese di successo al Colosseo fa sicuramente riaccendere l’antica rivalità con i cugini d’oltralpe. A guardar bene, però, dietro lo stile e la personalità del nuovo Caffè Propaganda c’è un’operazione più ampia, che va oltre il locale di rievocazione parigina.
Questo elegante bistrot serve cucina e gastronomia di qualità, con piatti del giorno della tradizione romana e specialità d’oltralpe, una carta per gustosi spuntini, alta pasticceria francese, ma anche romana e italiana, dal maritozzo con la panna al ciambellone.
Lo spazio bar propone invece una bella lista di cocktail, compresi i vintage e i dimenticati, oltre a un’interesante carta di vini “naturali” con qualche etichetta di Champagne e bollicine. Il tutto in un ambiente d’atmosfera, con sottofondi musicali che spaziano da selezioni in vinile di soul, funk, jazz e classica di noti dj.
A fare da collante un’interessante formula di comunicazione: un menù da sfogliare come un giornale, con foto in bianco e nero, disegni, articoli su chef, prodotti, idee gastronomiche.

Aperto da novembre 2011 il Caffè Propaganda ha registrato un successo immediato di pubblico - in prevalenza giovani e professionisti - un aspetto di rilievo in un periodo di crisi generale che investe anche il mondo della ristorazione e del fuori casa.

Tre imprenditori di lungo corso
D’altro canto i tre soci imprenditori vengono da storie personali positive: Maurizio Bistocchi ha lanciato Replay Store e Replay Cafè in centro Italia; Richard Ercolani è un pubblicitario che è anche titolare de Il Baretto e del River Bar, due locali con un bel seguito; mentre il dj Giancarlino ha nel suo curriculum insegne come il Goa, il Ketumbar e il Magik Bar.
La loro nuova avventura va analizzata sotto alcuni aspetti chiave: sicuramente la gastronomia, il bar, lo stile e la comunicazione.
Cominciamo con i cibi.
Al Caffè Propaganda l’offerta comprende ristorazione di territorio, spuntini, pasti leggeri, alta pasticceria al tavolo e piccola pasticceria da asporto, a seconda dei gusti e degli orari. In programma c’è l’apertura, a breve, di un laboratorio di pasticceria annesso al locale.

Doppia linea di cucina: italiana e francese

Nel menù stagionale del ristorante, curato dal giovane Agostino Brugnano (subentrato allo chef Arcangelo Dandini) a un prezzo medio di 35-40 € per 3 portate (bevande escluse) troviamo piatti come lo spaghettone Benedetto Cavalieri con pomodoro e
Roma, Italia
e Francia ispirano la pasticceria
basilico; la chitarra di Garofalo con burro e alici; gli antipasti di manzo crudo all’Albese con sale di Cervia e pepe nero.

Per un pranzo leggero o uno spuntino veloce c’è invece la Carta Bar curata dallo chef e pasticcere francese Stéphane Betmon, che propone torte salate, insalatone, tiella di Gaeta e primi come la vellutata di verdure, soufflé.
Ci sono anche piatti del giorno della tradizione romana, come minestra di broccoli e arzilla, coda alla vaccinara, trippa (prezzo medio 12 €).
Volendo semplificare troviamo due linee di cucina «entrambe tradizionali, una italiana e una francese, che in comune hanno i prodotti di eccellenza che i territori sani riescono a produrre - ci spiega Maurizio Bistocchi, uno dei tre soci -. Naturalmente quella francese è per l’80% alta pasticceria e per il 20% cucina».

A decine i cocktail in carta
La pasticceria di Stéphane Betmon, un punto di forza del Propaganda, è romana, italiana e francese e spazia dai maritozzi con la panna ai mostaccioli, dai soufflé di ricotta e arancio fino ai macaron. Un mobile in legno per i dolci, tra l’area bar e il ristorante, invita la clientela ad acquistare queste golosità per gustarle a casa propria o per fare un regalo.

Il bar è sicuramente un altro elemento di attrazione. Attorno al bel bancone in zinco e rovere vengono servite decine di cocktail, ma anche thè in vecchie tazze e ovviamente dolci e caffè, dal viennese con panna montata fino all’espresso. Il tutto con qualche tocco vintage, in un ambiente separato ma comunicante con la sala ristorante.

Atmosfera amarcord

Grande risalto viene dato anche ai vini naturali, «soprattutto alle cantine laziali e piemontesi - continua Bistocchi - e ai seri produttori italiani che fanno vino senza trucchi, passando per tutti quei vitigni autoctoni di cui il Paese è ricco, dalla vitovska del Carso al perricone siciliano».

L’altro aspetto qualificante è la comunicazione. Il bistrot si presenta come un elegante caffetteria parigina d’inizio ‘900, con soffitti a volta, quattro grandi vetrate su via Claudia, pareti ricoperte da piastrelle bianche diamantate che ricordano quelle che rivestivano il metrò di Parigi (prodotte da Etruria Design di Modena) e poi arredi in legno, vetrine per i vini fatte da artigiani veneti e vecchi lampadari a gocce di vetro recuperati da un hotel della Provenza.

In mezzo a tanto amarcord c’è pure l’organo di comunicazione del Propaganda: un giornale-menù in bianco e nero che ricorda i vecchi fogli dei caffè letterari. Ma in questo caso specifico al giornale è affidato il compito di fare cultura del cibo e della qualità, informando i clienti sul locale, gli chef, i prodotti e le cose buone che si possono ordinare.

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