Lorenzo Cogo: «Tecnica e istinto le mie carte»

Lorenzo Cogo
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New entry nella guida Michelin 2013, protagonista a Identità Golose di Milano, osannato dalla critica internazionale, Lorenzo Cogo, appena 27enne, è l’enfant prodige della cucina italiana. E in quel di Marano Vicentino detta la nuova via dell’ospitalità

Lorenzo Cogo, un nome un destino . Sì perché in dialetto veneto cuoco si dice proprio “cogo”. Lo chef, stellato di recente, protagonista a Identità Golose 2013, è un autentico enfant prodige, cresciuto in fretta e intensamente, grazie a importanti esperienze internazionali e altrettanti fortunati incontri, a iniziare dal conterraneo Renato Rizzardi della Locanda di Piero (Montecchio Precalcino, Vi) che gli spalanca le porte verso un’educazione gastronomica impegnativa, maturata presso i templi della cucina australiana, giapponese, spagnola e danese. Passione, determinazione e una buona dose d’istinto lo conducono, un passo dietro l’altro, nella strada giusta verso il ritorno alla terra natia e all’apertura del suo ristorante. El Coq viene inaugurato a Marano Vicentino nel 2011, quando Lorenzo Cogo ha soltanto 25 anni, ma un bagaglio di esperienze imponente che attende solo di essere messo in pratica. La prova consiste nell’applicare anni di ricerca tra le culture e le tecniche internazionali e ricavare il massimo dal proprio terroir, interpretandone le eccellenze attraverso uno stile di cucina che lo chef definisce “istintiva”. In pratica, la semplicità e l’originalità di ogni ingrediente va esaltata attraverso la propria esperienza. Non c’è un dettaglio lasciato al caso, a partire dal nome del locale, in cui “El” rappresenta l’inscindibile legame con la propria terra (“il” in dialetto veneto) e “Coq” è un omaggio al padre, ispirato a un soprannome di gioventù.

Un’esperienza memorabile

C’è da dire che scegliere come location Marano, un piccolo centro della provincia vicentina, poteva sembrare sulle prime la via più difficile per far emergere il ristorante di un giovane chef, nel complesso scenario della ristorazione italiana. Ma la determinazione di Cogo unita al sostegno del grande amico Paolo Parisi hanno avuto la meglio e così, dopo due mesi di progettazione alla ricerca di una soluzione di décor attinente all’idea iniziale, il ristorante comincia a prendere vita, con l’interpretazione dell’architetto Massimo Broglio.
Nello scenario luminoso, ma mai asettico, si muove lo staff che rappresenta uno dei punti di forza del locale. Il personale, che sorprende per competenza, è tutto giovanissimo (età media 23 anni), proveniente da più nazioni, come Australia, Giappone, Stati Uniti, e contribuisce in modo efficace a rendere memorabile l’esperienza vissuta dal cliente nel ristorante.
Tutto, a El Coq, ruota intorno alla cucina che sceglie di dare risalto al territorio, basandosi sulla qualità e la freschezza delle materie prime, selezionate con meticolosa attenzione presso tanti piccoli coltivatori e allevatori locali, a garanzia di prodotti lontani da contaminazioni e che consentono più di un test prima di essere inseriti nelle ricette. Ogni ingrediente mantiene intatte le proprie caratteristiche originarie, viene lavorato il meno possibile ed esaltato, nei sapori, dalla cottura nel forno a brace (My Oven di Paolo Parisi).

Percorsi di sapore
Sfogliando la carta, aggiornata con cadenza mensile, si scoprono piatti ricchi di personalità, in cui la materia prima cerca nuova interpretazione, unica e riconoscibile. La stagionalità è il requisito fondamentale per presentare materie prime che arrivino in tavola al massimo della loro potenzialità di gusto. Ne nascono più percorsi di sapori: “Grezzo originario” da scegliere à la carte e “Io Culinario”, suddivido in due proposte di degustazione, da 6 oppure 10 portate alla cieca (65 e 90 euro, bevande escluse), dove il cliente, che spesso viene da lontano spinto dalla curiosità, si lascia semplicemente trasportare dall’estro di Cogo. Ben studiata la cantina: la scelta è giustamente qualitativa, poche etichette per stupire i clienti, in sintonia con la cucina. Si tratta di grandi e storiche etichette italiane e straniere, ma c’è ampio spazio per aziende emergenti internazionali. L’emozionante selezione di Riesling tedeschi rivela l’attuale predilezione del maitre sommelier Marco Locatelli.
Tanti accorgimenti, in sala e in cucina, non passano inosservati al popolo dei buongustai che va aumentando, animato da un incessante passaparola e da una promozione coordinata che coinvolge i principali social network, valido supporto al sito, realizzato dalla Neon di Verona (www.grupponeon.com). Un’ultima annotazione riguarda il calendario 2013: una serie di serate evento, in cui gli ospiti saranno chef italiani e internazionali, invitati a dare vita, con il padrone di casa, a menù realizzati a quattro mani.

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