Fattore E(xpo)

L’omaggio a Milano è d’obbligo. L’apertura dei cancelli dell’Esposizione Universale non è evento da poco e per i prossimi sei mesi la città sarà la piazza dove esserci.

La dimensione pop up è la più gettonata: dall’Ikea Temporary in via Vigevano ai ristoranti regionali di Eataly in Expo (a pag. 72 la storia di Antonio Scalera di La Bul di Bari, arruolato da patron Farinetti per il mese di luglio) è un fiorire di insegne a tempo.

Ma c’è anche chi ha eletto Milano a dimora fissa. Stando ai dati dell’Osservatorio Confesercenti, il comparto nel capoluogo meneghino ha registrato una vera impennata: + 558 ristoranti, +6,6% (a.t. marzo 2015). Milano dunque come hub della cucina, sia essa italiana, come quella di Passalacqua o di La Mantia, o contaminata alla maniera di Tokuyoshi, ex-secondo del tristellato Bottura.

Questi alcuni dei protagonisti della storia di copertina (da pag. 10). Filo conduttore è lo spirito innovatore: i nuovi locali sono “covi” moderni, essenziali e mai ingessati.

Format aperti, capaci di scuotere un settore frastornato da anni di crisi e caratterizzato da un pesante turn over, nonostante l’euforia generata dall’Expo: nel 2014 hanno chiuso bottega uno su tre dei locali nati nel 2009 (pag. 42). Una “selezione” che ha premiato chi ha saputo differenziarsi pagando con puntualità i fornitori e chi è stato al passo con i tempi appropriandosi di nuove occasioni di consumo. Una su tutte: l’aperitivo. A pagina 34, le testimonianze del bartender Flavio Angiolillo e dello chef Gaetano Simonato.

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