Nel prossimo futuro, il caffè nei ristoranti gourmet sarà sempre meno un semplice epilogo del pasto e sempre più un atto di coerenza con la filosofia della cucina. Dopo aver curato ingredienti, cotture e abbinamenti, i ristoratori più attenti inizieranno a considerare anche la tazzina come parte del racconto gastronomico.
Evoluzione della tazzina
Le proposte andranno oltre il tradizionale espresso: prenderanno spazio metodi di estrazione alternativi come il pour over, il cold brew o la moka rivisitata in chiave contemporanea. Il cliente potrà scegliere il proprio caffè come fa con un vino o un distillato, guidato da descrizioni di origine, profili aromatici e intensità gustative.
Anche l’espresso evolverà. I ristoranti potrebbero, e spesso già lo fanno, proporre carte dedicate, con selezioni di monorigine che raccontano terroir, altitudini e processi di lavorazione.
Non una chiusura scontata, ma vero punto di forza
Il futuro del fine dining passerà anche da qui: dalla capacità di far vivere il caffè non come una chiusura scontata, ma come l’ultimo capitolo - aromatico e consapevole - di un’esperienza gastronomica completa. A rendere tutto possibile, anche laddove la quantità di caffè è ridotta per motivi, semplicemente, di numero di coperti serviti, è la nuova generazione di macchine a singolo gruppo di erogazione, nate a metà tra il mondo domestico evoluto e quello professionale.
Macchine compatte
Compatte, potenti e con un’estetica ricercata, portano la qualità da bar anche dove lo spazio è limitato e il personale non è dedicato. In molti contesti, la macchina espresso a un gruppo è diventata un piccolo investimento strategico: non solo per ampliare l’offerta, ma per migliorare la percezione complessiva del servizio.
Nuovi modi di lavorare
Le tecnologie che un tempo erano riservate alle macchine da bar oggi stanno cambiando il modo di lavorare anche in quei locali dove il caffè non è centrale nell’offerta: controllo Pid (proporzionale, integrale, derivativo) per la stabilità termica, doppia caldaia, app di gestione, erogazione precisa e automatica del vapore, con possibilità di personalizzare ricette e temperature. Tutto si gioca su due concetti: costanza e semplicità. Ogni espresso è identico al precedente, e chi serve il caffè può concentrarsi sull’esperienza del cliente anziché sulla tecnica.
Oggetti di design (o quasi)
Ma queste macchine non sono solo strumenti: sono oggetti di design. Il loro valore estetico è parte della comunicazione del locale, perché oggi la macchina espresso vive spesso al centro dello spazio. La E1 Prima di Victoria Arduino, con le sue linee essenziali e la tecnologia NEO, è perfetta per ambienti contemporanei che puntano su sostenibilità e precisione. La Linea Mini di La Marzocco, simbolo di affidabilità e minimalismo industriale, trasforma ogni corner in un micro bar professionale. La Faema E61 Cult celebra la tradizione italiana con un fascino vintage che parla di autenticità e storytelling.
Un’offerta davvero curata
Accanto a queste icone, si fanno spazio altri protagonisti del segmento: Sanremo You, completamente personalizzabile, pensata per chi vuole pieno controllo su ogni variabile di estrazione, e Rocket Epica, leva artigianale dal design muscolare, ideale per locali che vogliono offrire scenografia ed autenticità.
In un’epoca in cui la qualità è un linguaggio trasversale, anche un espresso può diventare a far parte della narrazione di un brand con attrezzature che consentono di offrire un espresso perfetto anche laddove non ce lo si aspetterebbe. E in un mercato in cui l’esperienza a volte vale più del prodotto, saper servire un espresso fatto bene, seppur in un luogo inatteso, è il modo più semplice per fare centro. ≈
