
Perfetto, caro. Ecco una versione ottimizzata per la pubblicazione web, con grassetti nei punti chiave e titoli strutturati in H3 per favorire la lettura online, anche da mobile. Ho anche aggiunto qualche leggerissimo aggiustamento sintattico per maggiore fluidità:
Una nuova visione gastronomica in laguna
Una coppia di veneziani giovani e visionari come padroni di casa, un campano giramondo al comando di una cucina intellettuale ma mai sopra le righe, e il desiderio comune di costruire un “duepuntozero” per la gastronomia in laguna. È questa la formula di Local (va da sé, da pronunciare con l’accento sulla a, alla veneziana), che ha portato alla conquista di una stella Michelin nell’edizione 2022.
Dall’elettronica alla cucina stellata

Un ex negozio di elettronica reinventato, allargato e rimodernato dai fratelli Benedetta e Luca Fullin, per aprire più finestre sui canali nei pressi dell’Accademia di Venezia. È il 2015. Poi arriva Manuel Trevisan, compagno di Benedetta (entrambi con esperienze a Londra) e manager di sala. Da lì, un’accelerata che culmina con l’ingresso in cucina dello chef Salvatore Sodano, classe ’85, originario di Somma Vesuviana (NA), già protagonista del percorso stellato al Faro di Capo d’Orso.
Tecnica, cuore e Mediterraneo
Sodano tiene in equilibrio Mediterraneo e Nord Est, usando ingredienti locali e tecniche della sua terra d’origine, o al contrario, oppure ancora mescolando sapori in modo coerente e personale.
L’inizio della degustazione (non c’è scelta alla carta) è un manifesto: Bacalà mantecato, che più tradizionale non si potrebbe, ma con limone sapientemente dosato che lo rende cremoso, fresco, italianissimo.
Il passato dello chef nel Sud Est Asiatico si fa sentire nel piatto simbolo della sua creatività: Risone di canoce, cicoria e XO di schie, brillante esempio di tecnica e inventiva, che unisce sapori complessi e cottura impeccabile del riso in un risultato croccante, speziato, stimolante.
Luce, vini e narrazione
La sala è luminosa, sia per affaccio che per servizio. Il pavimento è impreziosito da murrine veneziane, mentre Trevisan si distingue per presenza vibrante e grande competenza nella selezione dei vini.
Sono previsti sette calici per nove portate e cinque calici per sette portate, con una pausa prima del dessert.
Spiccano 55 referenze disponibili al calice, custodite in una cantina a pelo d’acqua e in un secondo spazio ricavato proprio di fronte.
Dettagli che raccontano
L’esperienza è resa ancora più brillante da dettagli che parlano: ogni piatto è accompagnato da un biglietto illustrativo, che racconta curiosità su ingredienti, lavorazioni e nomi. Una narrazione discreta e intelligente che valorizza ogni assaggio.
Local è una sfida gentile lanciata a Venezia, alle sue tradizioni e alle sue dinamiche. Nei piatti si fondono ingredienti del territorio e suggestioni globali, in un rispetto rigoroso della stagionalità (non mancano salsa peverada, lingua salmistrata, grappa).
Anche gli spazi raccontano questa filosofia: la cantina e la cambusa sono nate senza forzature, seguendo la natura del luogo e preservando l’identità di quartiere degli ambienti originari.
E si può dire, finora, che la sfida è stata vinta.