
Nel cuore di Orvieto nasce Arso, un ristorante che prende il nome dalla materia viva che ispira la sua cucina: il fuoco. In un dialogo continuo tra tradizione umbra e visione contemporanea, Arso propone una cucina essenziale e radicata, dove ingredienti locali, tecniche a fiamma viva e ricerca creativa si incontrano per raccontare il territorio in modo autentico e diretto.
La proposta gastronomica valorizza piccoli produttori, stagionalità e sapori netti, in un ambiente dal design sobrio e accogliente, pensato per un’esperienza conviviale ma curata. Arso è un progetto giovane, ma già consapevole: un invito a riscoprire l’Umbria attraverso la forza primordiale della brace, la precisione del gesto e la sincerità del gusto.
Tommaso Tonioni, chef & anima di Arso
Formazione e carriera
Tommaso ha alle spalle circa 16 anni di formazione nei più prestigiosi ristoranti internazionali, tra cui Etxebarri (Spagna), In De Wulf (Belgio), Pierre Gagnaire (Francia), Il Pagliaccio (Italia) e Benu (USA). Ha anche lavorato con Gabriele Bonci, perfezionando panificazione e valorizzazione della materia prima
Nel 2020 ha scelto di abbandonare la cucina tradizionale per un percorso più autentico: ha vissuto e lavorato nell’azienda agricola Pulicaro, dove ha allevato animali, coltivato la terra e studiato la biodiversità. Qui ha sviluppato una filosofia “chef-contadino”, padroneggiando ogni fase, dalla filiera alla cottura a fuoco vivo.
Il progetto Arso
Da iniziale pop‑up e cucina itinerante, Arso è diventato un locale stabile inaugurato a giugno in Piazza del Duomo 8, Orvieto. Il suo approccio si basa su una “cucina rurale contemporanea”: ingredienti stagionali provenienti da boschi, laghi e campi locali e una forte relazione con produttori biologici e rigenerativi.
Visione e stile
Tonioni utilizza il fuoco come elemento centrale: “Il fuoco è il nostro ingrediente principale”. La sua cucina è caratterizzata da immediatezza, essenzialità e profonda attenzione alla sostenibilità. Ogni piatto è uno “atto d’amore per la natura” e un invito a riflettere sul valore del sacrificio e dell’origine della materia prima.