
In un contesto internazionale segnato tensioni geopolitiche e incertezze economiche, il settore italiano di vini, spiriti e aceti si conferma pilastro dell’agroalimentare. Secondo l’Osservatorio Federvini (dati Nomisma), nel 2024 l’export ha raggiunto i 10,5 miliardi di euro, con un saldo positivo di 8,9 miliardi e oltre 40mila imprese coinvolte.
Il bilancio è stato presentato all’Assemblea Generale Federvini, che ha sancito il passaggio di testimone: Giacomo Ponti è il nuovo presidente, succede a Micaela Pallini. Con lui, rinnovata la governance: vicepresidenti Aldo Davoli e Piero Mastroberardino, Albiera Antinori alla guida del Gruppo Vini, Leonardo Vena per gli Spiriti, Sabrina Federzoni per gli Aceti. Per la direzione, sono stati invece nominati Gabriele Castelli, in veste di nuovo direttore e Francesca Migliarucci come vicedirettore.
Una filiera nel suo insieme

Ponti (nella foto a lato), esponente della storica azienda familiare Ponti di Ghemme (1787), è il primo presidente Federvini proveniente dal comparto aceti, a conferma della crescente centralità di tutte le filiere. “Assumo questo incarico con senso di responsabilità – ha dichiarato –. Rafforzeremo la competitività internazionale e tuteleremo il valore culturale di vini, spiriti e aceti, patrimonio economico per l’Italia”.
La presidente uscente Pallini ha ricordato i risultati ottenuti: “Abbiamo difeso le nostre filiere e promosso il consumo consapevole. A Ponti i miei auguri: saprà guidare Federvini con determinazione”.
Mercato interno: consumi altalenanti

Il contesto economico italiano resta fragile: PIL a +0,9% nel 2024, con previsioni simili per il 2025. Cala il prezzo delle bevande alcoliche, mentre a maggio si è registrato un parziale recupero della fiducia. Nei consumi domestici, il primo trimestre 2025 mostra segnali differenziati: il vino cala dell’1% a valore, ma crescono gli spumanti (+7,1% il Metodo Classico), reggono gli IGP (+1,1%), in calo i generici e i frizzanti.
Negativi i dati degli spirits (-3,2%), eccezione il Gin (+14,2%) e la stabilità degli aperitivi alcolici. In ripresa gli aceti (+1,8%), con exploit dell’aceto di mele (+6,4%). L’aceto balsamico di Modena IGP cala leggermente (-0,7%), ma mantiene il 32% del mercato nella GDO.
Nel fuori casa, il valore complessivo del 2024 è di 81,4 miliardi (+1%), trainato da cene e aperitivi, nonostante il calo delle visite.
Export: crescita moderata
Nel primo trimestre 2025 l’export vino cresce solo dello 0,7%, rallentato da UK e nuovi competitor. Gli spirits segnano +3,1%, spinti dai liquori (+10,9%), mentre la Grappa perde il 14%. Gli aceti calano dell’1,4%, ma tengono in mercati chiave come USA, Germania e Corea del Sud.
Resta forte la preoccupazione per le tensioni internazionali, in particolare tra Usa e Iran. Cruciale la decisione attesa per il 9 luglio, quando gli Stati Uniti potrebbero imporre dazi fino al 20% su vini, spiriti e aceti europei, con forti ripercussioni sull’export italiano. “Serve un’Europa forte e coesa – ha sottolineato Ponti –. Le nostre imprese non possono subire l’incertezza geopolitica”.
Tutela delle Ig
Priorità alla difesa delle Indicazioni Geografiche. “La nascita della European Vinegar Association – ha spiegato Ponti – dimostra l’impegno a presidiare i tavoli europei e proteggere le nostre eccellenze. Serve una definizione legale condivisa per l’aceto”.
Ponti ha concluso ribadendo il ruolo economico e culturale delle filiere Federvini: “Il nostro obiettivo è creare valore per le imprese e per l’Italia, con un presidio competente e responsabile che sappia dialogare con il mondo”.