Si è svolto un convegno organizzato da Caffè Milani presso la sua torrefazione di Lipomo sul tema “La carta dei caffè al ristorante: come trasformarla in un valore aggiunto”.
Secondo un sondaggio condotto dall’azienda su un campione significativo di ristoratori, solo il 15% dei questi possiede una carta dei caffè. Il 20% si dice interessato, il 60% fa domande diluite nel tempo. Più della metà degli intervistati ha una macchina a cialde o capsule e desidera realizzare una carta o dare una scelta più ampia di caffè a fine pasto, quando il 79% dei clienti chiede un espresso, un valore che sale all’85% se si considerano solo gli italiani.
«I consumatori più avanzati cercano un prodotto capace di rispondere ai propri interessi e a esperienze di gusto senza frontiere: il mondo del caffè può essere al centro di questa rivoluzione dei consumi se si passa dall’offerta di un generico espresso a una proposta più articolata per gusti e provenienze» ha osservato Paolo Massobrio, moderatore dell’incontro.
L’attenzione alla marginalità è stata al centro dell’intervento di Lorenzo Ferrari, autore del libro “Brucia il tuo Menu” che offre gli strumenti per trasformare la classica lista delle vivande e dei vini in uno strumento di vendita e di persuasione. Il classico caffè “da battaglia” di poco costo, può dare un ricarico del 1000% anche se venduto a 1 euro, mentre un Jamaica Blue Mountain, negli 8 euro di vendita alla tazzina lo ha del 500%. Chi pensa che sia meglio offrire il primo sbaglia: il secondo non solo dà più margine, ma ha un valore percepito maggiore, che farà parlare di sé anche al di fuori del locale, grazie alla storia che lo circonda e alla sua bontà. La sua esperienza aumenta il gradimento, dunque la possibilità di esercitare un maggiore ricarico e di avere un cliente soddisfatto.
Spesso, trovandosi di fronte a una scelta ricca e articolata, il consumatore non sa come orientarsi: per semplificare la scelta nel 2016 è nata Vinhood, che ha realizzato un algoritmo che permette di orientarsi senza problemi in una mappa composta da 14 #caratteri corrispondenti alle diverse tipologie di vino. Per il caffè ne sono stati identificati 5 in base a origine, gusto, tipo di tostatura e preparazione: etnico (ovvero leggero e acido), carismatico (bilanciato e corposo), spiritoso (dolce e profumato), rilassato (leggero e profumato), intenso (forte e corposo). Consultare il wine (o coffee) mate richiede pochi secondi e l’esperienza raccolta sia con il vino sia in alcuni test con il caffè mostra che oltre il 90% delle persone testate si identifica con la bevanda consigliata.
Anche il ristoratore spesso necessita di una “bussola” per orientarsi nelle tante origini e modalità di offerta legate al caffè e di un fornitore con prodotti in linea con le sue esigenze. Renato Bossi, market development manager di Caffè Milani ha presentato la soluzione Espresso System Milani, su misura per la ristorazione e più in generale per locali con volumi non elevati di servizio, che propone più tipi di caffè in singola origine 100% arabica in capsula: Brasile Santos Cereja Madura, Etiopia Sidamo, Papua Estate Plantation e Guatemala Genuine Antigua.