Alle Biciclette di Milano vince il fascino dell’informalità

Le Biciclette, a Milano, tagliano il traguardo del quarto di secolo con una formula che ha rivoluzionato l'intrattenimento serale, facendo scuola, Ne parliamo con Ugo Fava, il suo creatore, che annuncia nuovi progetti

25 anni e non sentirli. Un’età importante per un locale che è sempre rimasto giovane e che, a Milano, ha inaugurato una nuova stagione nel campo della ristorazione casual di respiro internazionale e dell’intrattenimento serale. Diventando, in breve tempo, un modello di riferimento per altre insegne del fuori casa.

Parliamo de Le Biciclette Art Bar & Bistrot, creatura di Ugo Fava, imprenditore più volte alla ribalta della cronaca milanese per aver diversificato la propria attività su più fronti e ideato nel 2018 e gestito, insieme al socio chef Stefano Cerveni, un’altra formula di tendenza, GūD Milano. Il “figlio” prediletto di Fava è, tuttavia, sempre rimasto il bar-bistrot di via Giovanni Battista Torti.

L'apertura

Ugo Fava

«Nel 1998, quando ho aperto Le Biciclette, avevo 33 anni. Provenivo dal mondo della notte e volevo inventare qualcosa di nuovo che offrisse occasioni di incontro e di divertimento anche al di fuori della fascia notturna. E che proponesse dopo le ore 18 in un’unica location, più momenti di consumo: non solo l'aperitivo, ma anche cene informali e dopo cena. Il tutto, appunto, senza la necessità di fare orari assurdi. È una formula che ha fatto scuola e che si è subito smarcata dal mondo tradizionale delle pubbliche relazioni, proponendosi come art bar: un luogo dove si potevano e si possono ancora oggi esporre opere d'arte proprio come avviene in una galleria. Non un bar qualsiasi, dunque, ma un contenitore di idee».

Segreti della longevità

Fava non ha problemi nello svelare il segreto di tanta longevità in una piazza, come quella milanese, dove il livello di mortalità è molto elevato.

«In primis, un controllo di gestione ferreo e una qualità della proposta f&b che è sempre stata al top. Poi una valida squadra di collaboratori e un lavoro continuo sui contenuti. È quest’ultimo, un fronte molto impegnativo, che ci ha però consentito di restare sulla cresta dell’onda. Contenuti legati non solo ai menu (a livello di comfort food, oggi la proposta spazia dai burger di carne, incluso l’El Burger de Milan con Luganega, verza e Zola, al burger vegetale, dalle #BiciBowl a base di riso basmati ai noti Special, ndr), ma anche alle numerose iniziative culturali. Abbiamo un ricco palinsesto di iniziative che vedono coinvolti artisti, musicisti e designer che viene aggiornato di continuo. Ad esempio, ogni 3 settimane promuoviamo una nuova mostra d’arte e, in occasione, di eventi come il Salone del Mobile, diventiamo una destinazione complementare».

Nuovi progetti

El Burger de Milan con, tra gli ingredienti, Luganega, verza e Zola

Se Le Biciclette è destinato, a rimanere un unicum, Fava esclude di voler replicare la formula, non così per un’altra creatura dell’imprenditore milanese, GūD, che vanta già 6 location con una proposta all day in ambito cittadino, e che si prepara a debuttare fuori dal perimetro urbano. «Per la prossima stagione invernale lo chalet Marilleva 1400 (Tn) diventerà un GūD e forse lo sarà anche per quella estiva. Stiamo, inoltre, pensando a un GūD posizionato in una destinazione balneare, ma siamo ancora in una fase di ricerca. Vi sono, poi, altri progetti allo studio, tra i quali un nuovo GūD, sempre a Milano, che dovrebbe aprire nell'aprile 2024».

Nuova clientela

Ultima domanda: come è cambiato in questi anni il fuori casa a Milano? «Prima di tutto, è cambiata la gente. Oggi le persone mangiano molto di meno rispetto a una volta: un antipasto, un piatto di portata, fine. La ristorazione per arrotondare i conti è, dunque, costretta ad "alzare i toni". E quindi proporre dell’intrattenimento in modo da recuperare fatturato. Il tutto a fronte di un’offerta che in questi anni si è moltiplicata, mentre la popolazione non è cresciuta in modo così esponenziale. Il nostro rimane, dunque, un mestiere complicatissimo dove è strategico avere sotto controllo tutte le variabili che impattano sul business. Anche perché, nella ristorazione, l'inesperienza si paga molto cara».

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