29Chiamiamole, per semplicità, catene. Ma non pensiamo ai fast food che da decenni (McDonald's ha iniziato la sua espansione dagli anni ’50, per dire) aprono locali fotocopia in ogni angolo del mondo con un'offerta di cibo facile e veloce. Le catene che abbiamo in mente sono insegne di fine dining, spesso appartenenti a grandi gruppi internazionali, che propongono una ristorazione gourmet. E che iniziano ad affacciarsi anche in Italia, un mercato in cui l'idea di catena di fascia alta è ancora poco diffusa. Per ora.
L'esempio più recente e di cui si è parlato molto è stato lo sbarco di Beefbar a Milano a febbraio. Insegna nata a Monte Carlo, si è ritagliata un posto al sole ai piedi della Madonnina grazie a una combinazione vincente di fattori, compresa la location: la corte dell'Ex Seminario Arcivescovile a due passi da San Babila, sede del Portrait Milano, hotel firmato Ferragamo e Lungarno Collection.
Nobu e Zuma
Non è un caso isolato: per quanto le catene di fine dining non siano ancora così diffuse da noi, qualche esempio si trova. Sempre a Milano, per dire, da più di vent'anni è presente Nobu, insegna internazionale di sushi legata allo chef Nobu Matsuhisa. La doppietta italiana è attesa a breve, con l'apertura a Roma (a Milano il ristorante è all'interno dell'hotel di Armani), ma intanto Nobu è presente in tutto il mondo: da New York a Santorini, da Toronto a Londra. Fino a Dubai, Manila, Cape Town, Sydney, Tokyo...
Cucina giapponese anche per Zuma, brand di ristorazione fondato da Rainer Becker e Arjun Waney nel 2002. Il primo locale, ancora considerato l'indirizzo flagship del brand, è a Londra, ma oggi Zuma conta tredici ristoranti che propongono sushi e robata, il barbecue nipponico, compreso quello di Roma, a Palazzo Fendi, inaugurato nel 2016. Ci sono poi degli indirizzi stagionali nelle località turistiche più note, da Mykonos a Ibiza, alle italiane Porto Cervo e Capri.
Niente Salt Bae
Se le voci di una possibile apertura a Milano di Nusr-Et, catena di steak house di lusso di Salt Bae, sembrano ormai sfumate, il capoluogo lombardo può fare il conto alla rovescia per l'arrivo di SushiSamba, che aprirà due locali (al primo e al diciottesimo piano) nella Torre Velasca a primavera 2024. Fondata a New York nel 1999 per celebrare la cucina fusion di Giappone, Brasile e Perù, SushiSamba per ora si trova a Las Vegas, Londra, Dubai e Doha (attesi anche Edimburgo e Riad).
Ma ecco Beefbar
Nel frattempo i milanesi possono farsi un'idea di cosa sia una catena di fine dining varcando la soglia di Beefbar Milano, ricavato all'interno della cappella dell'Ex Seminario Arcivescovile e arredato ispirandosi allo stile dei caffè milanesi degli anni ’40/’60, tra boiserie in noce scuro e tavoli in marmo verde. Nato nel 2005 a Monte Carlo, Beefbar conta 25 locali (più numerose aperture in programma) in mezzo mondo, tra cui Parigi, Londra e Dubai. «Dopo aver aperto un Beefbar stagionale a Porto Cervo, Milano è stata la scelta più ovvia per il primo nostro flagship italiano», racconta il fondatore Riccardo Giraudi, italiano di origine e monegasco d'adozione.
Location d'eccezione
«Ho iniziato a cercare la location giusta più di cinque anni fa, ma a lungo non ho trovato qualcosa che mi colpisse davvero». Alla fine, ecco the place to be. Nella piazza del Quadrilatero si trova la proposta gastronomica che caratterizza tutti i Beefbar, puntando sui tagli delle carni migliori al mondo ed esaltandoli attraverso piatti pop, che rileggono in chiave glam lo street food e le ricette delle varie tradizioni. Tra le portate dell'executive chef Thierry Paludetto ecco sfilare il Croque sando al prosciutto di manzo, mozzarella e salsa Beefbar (celebratissimo sui social, grazie alla sua insolita composizione a cubo), le Polpette di wagyu e vitello, i Paccheri alla carbonara di manzo e karasumi di Kobe beef, le Pappardelle al ragù «bolognese» di wagyu e vitello con Parmigiano 101 mesi, il Cordon bleu (filetto di vitello farcito con prosciutto di manzo, tartufo e formaggio fondente)... E non manca un omaggio a Milano con il Risotto nikkei alla milanese, un risotto al limone e ossobuco di vitello brasato. Questi i prezzi delle portate principali: tra i 20 e i 90 euro (il filetto di wagyu da 200 grammi tocca i 93 euro).
Nuovi modelli di business
Insomma, l'esempio di Beefbar parla chiaro: le nuove catene gourmet che iniziano a sbucare anche in Italia puntano su qualità alta, location d'eccezione, menu ben caratterizzati e riconoscibili, scontrini importanti. E, non ultimo, sull'hype che generano aperture di questo genere. Realtà che propongono nuovi modelli di business e alzano l'asticella degli standard, grazie a un trend che ha finalmente scoperto il Belpaese (e viceversa).