Fine anno in picchiata. Ma nel 2021 arriva la ripresa (consistente)

Il 2020 chiuderà con un calo di oltre il 40% rispetto allo scorso anno. Ma nel 2021 The Npd Group prevede un ripresa, con una crescita superiore al 30%

fuori casa

Secondo Crest Weeklies, l’indagine settimanale sui consumi fuori casa di The Npd Group, i consumi fuori casa torneranno a crescere nel 2021. I tassi di crescita durante l'anno prossimo saranno superiori al 30%, ma purtroppo non sufficienti a recuperare le perdite del 2019. Sarà dunque una ripresa lenta, che vedrà il raggiungimento dei livelli pre-crisi solo nel 2022.The Npd GroupMatteo Figura, direttore della divisione Foodservice di The Npd Group Italia afferma: «La sfida per chi opera in questo settore, sarà quella di guardare oltre il buio di questo inverno, in senso figurato e temporale. I consumi ripartiranno in primavera ma bisogna iniziare ad immaginare un mondo nuovo, caratterizzato da nuovi modi di vivere il lavoro, il tempo libero e gli spazi urbani. Questa rivoluzione porterà i consumatori ad avere nuovi bisogni anche nei consumi fuori casa».

Consumi fuori casa in picchiata a dicembre

La ripresa del mercato della ristorazione in Italia si è fermato a fine ottobre e a partire da novembre registra un calo progressivo che nella prima settimana di dicembre si attesta al 23% della spesa dei livelli pre-crisi. Il dato più basso registrato da aprile. La chiusura dei pubblici esercizi, seppur con regole differenti nelle diverse regioni, ha dato una brusca frenata ai consumi fuori casa. Consegne a domicilio e asporto non hanno compensato il divieto di consumare presso i punti vendita.

The Npd Group

Negli ultimi mesi i consumi fuori casa hanno seguito l’andamento della pandemia e già prima del secondo lockdown i consumatori avevano rallentato le loro visite presso i pubblici esercizi a fronte di un aumento dei contagi. Il mercato fuori casa aveva registrato una costante ripresa fino al mese di settembre, per poi rallentare a ottobre prima dell’entrata in vigore del DPCM del 4 novembre. La maggiore prudenza si è tradotta in maggiore ricorso alle consegne a domicilio anche nella fase precedente alla chiusura nelle regioni arancioni e rosse. Tuttavia, le consegne a domicilio, che rappresentano ad oggi il 12% della spesa complessiva fuori casa, non compensano le perdite del mercato che per la fine dell’anno registreranno un -44% rispetto al 2019.

«Nonostante i consumatori vogliano tornare a frequentare bar e ristoranti l’attenzione alle norme di sicurezza è molto alta – conclude Matteo Figura -. Le nostre rilevazioni indicano infatti che l’81% preferisce locali che garantiscono la distanza sociale e che il 58% non frequenterebbe il posto se le norme di sicurezza non fossero rispettate».

 

 

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