Valorizzate le tecniche per migliorare la gestione del suolo, della biodiversità e delle acque.

La XIII edizione del Protocollo Viticolo, oltre a confermare le linee guida osservate sino ad ora riguardo all’uso di fitofarmaci, pone in piena evidenzia le buone pratiche per un vigneto sempre più sostenibile.
Il documento, sottoscritto da una commissione di esperti presieduta dal Consorzio di Tutela, sarà distribuito a tutti i viticoltori per tutelare il territorio di produzione e salvaguardare la salubrità dei suoi prodotti. L’obiettivo del Protocollo Viticolo sin dalla sua prima edizione è condurre il viticoltore verso una difesa del vigneto basata sui principi della viticoltura sostenibile e, grazie all’introduzione di nuovi aspetti legati alla gestione agronomica del vigneto, guidarlo ora verso un'agricoltura rigenerativa. Un impegno che cresce, si affina e si evolve per adottare un approccio sempre più completo che includa tutti i fattori ambientali nel loro insieme.

«Nel documento che abbiamo pubblicato e che sarà distribuito quest’anno, abbiamo confermato le linee guida in essere in termini di sostanze consentite dalla Regione e che noi valutiamo in base alle diverse “frasi di rischio - afferma Diego Tomasi, Direttore del Consorzio di Tutela - Il nostro Protocollo Viticolo, più restrittivo rispetto alle leggi regionali, si arricchisce anche di nuovi approfondimenti utili ai viticoltori e suggerimenti per gestire in modo sempre più sostenibile i vigneti: a partire dal suolo, la biodiversità, la gestione dell’acqua per concludere con l’equilibrio del vigneto».

Il Protocollo Viticolo del Consorzio di Tutela è ancora oggi il documento su cui si basano i regolamenti di polizia rurale dei 15 comuni della denominazione.

Il Protocollo Viticolo si apre con la parte dedicata all’analisi dei prodotti fitosanitari autorizzati in viticoltura secondo il principio della classificazione in base alla cosiddetta “frase di rischio” al fine di optare solo per quelle formulazione ritenute più sicure per l’uomo e per l’ambiente.

Dunque, la classificazione avviene in base alle informazioni contenute nelle etichette dei prodotti. Ad ogni classe è assegnato un colore per identificare il livello di impatto ambientale. In particolare, verde sta per “preferibile”, giallo per “attenzione” e rosso “Autorizzato dalla Regione ma sconsigliato dal Consorzio”.

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