Il ritorno degli habitué

Bilancio positivo per i pasti al ristorante secondo il rapporto Fipe: merito soprattutto dei clienti abituali, che aumentano la frequenza

Friends having dinner at restaurant. Multi ethnic group.
Bilancio positivo per i pasti al ristorante secondo il rapporto Fipe: merito soprattutto dei clienti abituali, che aumentano la frequenza

Il pasto al ristorante è, per gli italiani, soprattutto un momento di convivialità e socialità. E il ristorante è il luogo ideale in cui stare in relax con la famiglia o con gli amici. Sono gli elementi chiave che emergono dal Rapporto Annuale 2018 Ristorazione di Fipe.

«Lo studio conferma la crescita dei consumi fuori casa - spiega Luciano Sbraga, direttore dell’ufficio studi di Fipe - a scapito di quello che avviene nelle mura domestiche, dove c’è una contrazione della spesa a prezzi costanti. Tuttavia il mondo della ristorazione tradizionale è in sofferenza perché c’è un eccesso di offerta e un turnover molto elevato. Il settore, insomma, mantiene una certa fragilità imprenditoriale».
Secondo il rapporto, nel 2018 l’indice dei consumi fuori casa è arrivato a 42,7, in crescita rispetto al 42,1 del 2017. In lieve crescita la percentuale di chi mangia più di 2 pasti a settimana fuori (+0,4% per i consumatori più forti e +0,3% per quelli medi), mentre è più contenuto l’aumento (+0,1%) di chi in un mese tipo del 2018 ha mangiato solo 2 o 3 volte fuori casa. A crescere è stata soprattutto la clientela femminile, mentre sotto il profilo territoriale l’indicatore risulta in positivo al Nord e al Centro; prosegue invece il calo al Sud.

Positivo il bilancio del pranzo: «Per quanto riguarda quello infrasettimanale - continua Sbraga -, il 26% afferma di aver aumentato le occasioni di consumo contro un 15% che le ha diminuite. E il saldo è positivo soprattutto tra i consumatori abituali. Cresce, seppur meno, anche il pranzo nel fine settimana».

Il 66,7% degli intervistati pranza fuori nei giorni feriali almeno una o due volte al mese, mentre l’11,3% lo fa tutti i giorni. Oltre il 25% ha aumentato i pranzi fuori casa. Il locale preferito è il bar (39%), seguito da trattorie, osterie e ristoranti (36,7%). La spesa media è di 11 ero, ma un italiano sue due resta tra i 5 e i 10 euro (solo l’1,2% spende oltre i 30 euro), con una propensione a pagare di più da parte delle persone tra i 35 e i 44 anni e al Sud. Per il 54,7% il primo è la portata principale.
Nel weekend, il 66% degli intervistati pranza fuori casa almeno una volta al mese e il 4,8% tutti i fine settimana (spesa media 26 euro).
«Per la cena, il saldo è leggermente negativo - prosegue Sbraga -: ma ad aver ridotto i consumi sono soprattutto i clienti con bassa propensione al consumo fuori casa, mentre tra gli abituali il saldo è positivo.

Il 62,4% dei rispondenti cena fuori casa almeno 1-2 volte al mese e al 5,1% capita più di frequente (3-4 volte alla settimana). I luoghi preferiti sono trattoria, osteria o ristorante (63,3%) seguiti dalla pizzeria (59,7%). Per una cena-tipo si spendono tra i 10 e i 20 euro, anche se più di un terzo degli italiani riserva a una singola cena dai 21 ai 30 euro; solo l’1,9% è disposto a pagare più di 50 euro. Le portate più richieste sono la pizza (71,1%) e i secondi (44,6%).

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