Junko Kirimoto e Giulio Terrinoni vincono il contest “Foodies’ Challenge”

FOODIES’ CHALLENGE
Con il progetto "Trasparenze"

Junko Kirimoto e Giulio Terrinoni: design sartoriale e cucina d’autore si aggiudicano la quarta edizione del contest Foodies’ Challenge, rivolto ai professionisti del fine dining e del mondo del design, chiamati a realizzare un nuovo food concept.

Un sodalizio creativo, nato già nel 2020, quando la chiusura della bottega di un corniciaio a due passi da Campo de’ Fiori, offre l’occasione per lo chef stellato di ampliare il suo ristorante Per Me, affidando il restyling allo studio internazionale di architettura e design Alvisi Kirimoto.

In linea con il tema principale del contest, ispirato al Convivio di Dante, a trionfare durante la cerimonia di premiazione presso l’Adi Design Museum di Milano è il progetto Trasparenze — una proposta unica e fuori dagli schemi in grado di trasformare l’astratto in una concreta esperienza sensoriale.

A completare il team vincitore di Foodies’ Challenge, la creative e project manager Francesca De Luca, il fotografo Alessandro Barattelli e il giovane regista Federico Gariboldi, che ha realizzato il video del progetto, con testi scritti da Giorgio Amitrano e la partecipazione di Giorgio Tirabassi come voce narrante:

Basato su un processo creativo che fonde matericità ed essenzialità, tratto distintivo della designer Junko Kirimoto, Trasparenze ruota attorno a tre concetti consequenziali: Sapere, Divulgazione e Contaminazione.
Il primo, frutto delle radici e del bagaglio culturale dei due autori, si traduce nell’esaltazione delle materie prime.
Il secondo, invece, esplora il tema degli scarti, caro allo chef, che implica un uso attento e responsabile degli ingredienti, dei quali sono valorizzate anche le parti meno nobili.
Infine, l’ultimo tema nasce dall’incontro di due culture, quella Orientale di Junko Kirimoto e quella Occidentale di Giulio Terrinoni, che hanno plasmato un piatto fatto per arricchire. In Trasparenze, infatti, contaminazione diventa sinonimo di opportunità: tecnica e sperimentazione agiscono con l’intento di fondere, mescolare e soprattutto integrare, rendendo ciò che è a disposizione di pochi, alla portata di tutti.

L’approccio minimale si estende alla presentazione del piatto, grazie al rigore essenziale della designer Junko Kirimoto, che ha progettato una lastra di marmo di Carrara inclinata, lavorata a mano dagli artigiani di It’s Stone dell’Azienda Fratelli Marmo. Sulla superficie in marmo, dalle linee asciutte ed estremamente eleganti, sono state scavate cinque insenature comunicanti. Su queste poggiano quattro pietanze diverse a base di pesce, unite tra loro da un brodo Dashi Mediterraneo.

Se la scelta del pesce come comune denominatore è stata dettata dall’importanza che l’ingrediente ha in entrambe le culture di appartenenza degli autori, la diversificazione delle preparazioni, invece, allude alle diverse tipologie di conoscenza che Dante intende divulgare nel Convivio.

Il brodo di Dashi Mediterraneo, invece, funziona da legante, esaltando in bocca un unico sapore, quello del mare, allegoria del Sapere umano, un unicum composto di diverse nozioni. La salsa riveste un ruolo fondamentale: oltre a completare la proposta, la trasforma, aggiungendo a piatti di ispirazione orientale, un twist mediterraneo. È qui che si concretizza la metafora del Convivio di Dante, in cui il sapere e l’uomo sono inscindibili, come in Trasparenze preparazioni e salsa, ma anche Oriente e Occidente, alta cucina e design.

 

 

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