Qualità e alto grado di servizio trainano la ripresa dei consumi di surgelati

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Il mondo dei surgelati è in ripresa in Italia: nel 2017, infatti, c’è stata una crescita rispetto al 2016, sia nel canale fuori casa sia nel canale retail. Si parla di un consumo pro-capite di questo tipo di prodotti pari a 13,9 chili (l’anno precedente erano 13,6 chili) in totale, dei quali 5,12 chili nel food service, con una predominanza di vegetali, patate e ittico.

Secondo i dati relativi al 2017 del Rapporto annuale sui consumi dei prodotti surgelati in Italia, realizzato da Iias, l’Istituto italiano alimenti surgelati, c’è stato un aumento di oltre il 2% dei volumi complessivi rispetto al 2016, derivante da un +3,2% registrato dal canale retail, con 531.500 tonnellate di prodotti venduti, e da un +0,3% totalizzato nel mondo del food service, con 310.000 tonnellate vendute. «Negli ultimi anni, le aziende del comparto sono riuscite a interpretare correttamente le nuove esigenze del consumatore, mixando la richiesta di prodotti a maggior contenuto di salute e benessere con quella di un elevato grado di servizio e di praticità», spiega Vittorio Gagliardi, presidente dell’Iias.

Considerando il settore del food service «una delle tendenze che abbiamo avvertito è che i consumatori vogliono il low cost, che però non è più sinonimo di accettazione di bassa qualità ma, piuttosto, di una ricerca in ogni caso di sicurezza alimentare, trasparenza, ricettazioni semplici e tradizionali, senza sprechi o eccedenze, nell’ambito di un sistema di offerta improntato alla massima razionalità», continua Gagliardi. «Nella ristorazione questo significa contenere i costi senza abbassare la qualità e la sicurezza e i surgelati possono dare una risposta a questa esigenza, consentendo di proporre un vasto spettro di prodotti senza rinunciare a queste caratteristiche».

Esaminando le varie tipologie di alimenti, emerge una crescita complessiva dei vegetali, in linea con le indicazioni dei nutrizionisti e con il diffondersi dei nuovi trend alimentari (vegetariani, vegani e così via), con un +1,8% rispetto al 2016 per 402.450 tonnellate: in questo caso l’aumento si è verificato nel retail che segna un +3,2%, mentre c’è un leggero calo, dello 0,1%, nel food service. In questo canale vanno invece molto bene le patate surgelate: i consumi totali su questo fronte hanno toccato le 145.350 tonnellate (+1% sul 2016), grazie all’aumento nel fuori casa (con un +2,4%) che ha sopravanzato per quantità il retail in diminuzione dello 0,3%.

Un altro comparto molto importante è poi l’ittico, che ha raggiunto tra retail e ristorazione un +5%, con consumi pari a 113.400 tonnellate, confermando prodotti surgelati come il pesce naturale, i crostacei e il pesce panato o pastellato al terzo posto della graduatoria nazionale per quantità consumate dopo i vegetali e le patate. Nel fuori casa l’aumento di questi alimenti è stato del 2,1%.

Passando alla carne surgelata, si nota che quella rossa ha un ruolo più importante nell’ambito del food service, dove cresce del 4,9%, così come la carne bianca; in questo canale diminuiscono invece le pizze e gli snack (-10,3%), le paste semilavorate (-2,2%) e la frutta (-8,3%).

La fine della crisi economica sembrerebbe aver arrestato anche il calo (molto forte negli ultimi 6-7 anni) del settore dei piatti ricettati, che hanno iniziato a risalire nei volumi: nel 2017 ne sono state acquistate 45.500 tonnellate sommando i due canali, con un incremento dell’1,9% rispetto all’anno precedente; per il fuori casa si tratta di un +1,6%, più o meno quanto i dessert che hanno segnato un +1,7%.

Prendendo invece in considerazione il 2018, «il primo trimestre di quest’anno ci rimanda un andamento in chiaro-scuro», osserva il presidente dell’Istituto italiano alimenti surgelati. «Se rapportiamo i dati 2018 con quelli del 2016 vediamo che il settore registra una crescita, a volume, di due punti percentuali circa – spiega -. Dall’altra parte, però, i primi 3 mesi di quest’anno, paragonati con un periodo straordinario come i primi 3 mesi del 2017, quando ci fu un gennaio con forti gelate che portarono a una scarsa disponibilità di prodotti freschi, se non a prezzi particolarmente elevati, mostrano una partenza a rilento. nel complesso, alla luce delle nostre esperienze pregresse, le aspettative delle aziende per il 2018 sono per una normalizzazione del trend da qui ai prossimi mesi, che consentirà di crescere nuovamente».

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