Come ti valorizzo il prodotto fresco: il Coco Loco di Milano

coco loco
Prima a Napoli, ora anche a Milano, Coco Loco fa della freschezza l’asso vincente della sua cucina di pesce. Mettendo il bancone espositivo al centro dello spazio, suddiviso in più aree differenziate per stile e funzioni

A Milano non poteva mancare la cucina partenopea a base di pesce di Diego Nuzzo. Ecco allora in via Fabio Filzi l’alter ego de L’Altro Coco Loco di Napoli con grandi vetrine su strada proiettate sul bancone del pesce, che mettono subito in chiaro che la freschezza qui è di casa.

Lo Studio di Architettura Redaelli e Associati ha progettato il Coco Loco valorizzando la qualità dei prodotti e del servizio attraverso un’ambientazione contemporanea e l’utilizzo di materiali preziosi, in grado di mettere in risalto le generose dimensioni dello spazio.
All’ingresso, l’area lounge con cocktail bar dalle alte sedute in pelle di tonalità chiara e l’area consumazione affacciata sulle vetrine sono un invito all’accoglienza e alla comodità. In posizione centrale rispetto alla disposizione del locale è collocato il grande banco dedicato al pesce del giorno, il cui valore aggiunto è sottolineato dalla texture oro della parete di fondo, il cui effetto è quello di uno scrigno prezioso.

Alla materia prima in cucina è riservato il posto d’onore a conferma della qualità, che poi è il fil rouge che accompagna tutto il progetto, dal layout alla scelta dei materiali. Il pavimento in grandi doghe di legno chiaro, così come il controsoffitto e il trattamento decorativo delle pareti, danno uniformità alla sequenza di spazi fino alla zona ristorante, che si estende in profondità rispetto al fronte strada ed è collegata alla zona preparazione. Il rigore geometrico che caratterizza le diverse aree è costruito su soluzioni formali che ne definiscono il carattere funzionale senza alterarne la percezione generale. Ogni area presenta un’atmosfera confortevole e rilassata, che nel ristorante è enfatizzata tramite zone privé (come la sala rossa sopraelevata di alcuni gradini o la sala con apposito bar, divisa da porte scorrevoli) e dalla differenziazione di tavoli e sedute: panche imbottite, poltroncine circolari e avvolgenti in velluto di colore blu e arancione, sedie in pelle. La parete a specchio di fondo diventa punto focale della prospettiva e strumento per riflettere le volte piramidali.

La percezione dello spazio è amplificata seppur scandita dal ritmo dei grandi pilastri, il cui capitello è costituito da bottiglie di vino di varie dimensioni, provenienti da tutto il mondo. Così come per il pesce, fulcro del menu, al vino è riservata un’attenzione particolare non solo in accompagnamento alle pietanze (da qui la vastità della scelta) ma anche come elemento d’arredo. Gli espositori delle bottiglie, opportunamente illuminate ed enfatizzate, diventano parte integrante di molte pareti. Le superfici verticali rivestono un ruolo importante nell’ambientazione generale e il loro diverso trattamento con decorazioni a mano o rivestimenti industriali rappresenta una delle caratteristiche peculiari dell’interior design.

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