Dal Poli.Design nuove idee etno chic per la progettazione

Tavoli social, take away, luci d'ambiente. I buoni spunti emersi dal corso "Design for restaurant & food design" del Poli.Design

 

Una full immersion per diventare professionisti nella progettazione di spazi per la ristorazione e il food & beverage. Succedeva a novembre a Milano, al corso di Alta Formazione organizzato dal POLI.design, già pronto per la terza edizione (a giugno).

Tre i gruppi di lavoro si sono impegnati su una vera case history e in rapporto diretto con la committenza, formula innovativa del corso “Design for Restaurant & Food Retail”. I giovani progettisti si sono infatti confrontati con il ristorante di cucina cino-giapponese “Il Castello d’Oro”, un locale realmente esistente in via Farini a Milano.
Dopo le lezioni frontali, l’analisi per individuare un brief innovativo e sostenibile in linea con le nuove tendenze internazionali, è avvenuto un incontro con la committenza per conoscerne le esigenze e desiderata (che ad esempio ha espresso la sua preferenza per il color oro) e la tipologia di clientela e quindi l’individuazione del concept di progetto in tutte le sue fasi, fino all’individuazione dell’immagine coordinata, del menu e della mise en place. E solo otto giorni di tempo per sviluppare una proposta progettuale completa e fattibile.
I tre concept propongono molte idee interessanti, dalla social table al fil rouge rappresentato dal, tè che caratterizza il format, fino allo studio del take away nei classici “bento box”. Tutti spunti facilmente realizzabili, anche se non mancano citazioni di esempi già realizzati, come è naturale per le giovani leve.

Format per Castello d’Oro - Bento restaurant
Il concept si basa su un’offerta di differenti menu inseriti in un bento (confezione della tradizione giapponese) per l’asporto o il consumo in loco. Il servizio serale prevede il menu à la carte che riprende la consuetudine cinese di consumare diverse portate poste al centro del tavolo, dal quale tutti possono attingere. Lo spazio è diviso in 3 sale: la prima con grande tavolo modulare per favorire la socializzazione e il consumo veloce-informale del pasto; la seconda con diversi posti a sedere per un servizio di media intensità; la sala posta sul fondo al locale più intima, che richiama nelle decorazioni un giardino giapponese. L’accesso facile alle sale e il punto accanto alla cassa per il take away consentono un agile flusso interno che non interferisce con quello dalla cucina. L’illuminazione è funzionale al cambio di atmosfera tra il servizio diurno e serale. I colori neutri, l’uso del legno e la nota dorata dell’ottone acidato creano un’atmosfera di relax, in contrapposizione a quella dai tradizionali ristoranti cinesi.

Format per Castello d’Oro - Tea restaurant
Alla ritualità della cucina cinese s’ispira il concept che propone un menu ricercato accompagnato da una degustazione di selezionati tè cinesi. Il tema del tè è il file rouge del progetto, ma per dare il meglio di sé (in quanto facilmente alterabile nel sapore) va degustato in ambienti dedicati. Ecco perché il salottino vicino all’ingresso non è appropriato per la degustazione del tè, ma rappresenta una comoda soluzione in attesa dell’assegnazione del tavolo o del menu d’asporto. L’ambiente principale è stato trasformato in un’ampia sala dove, al centro, un unico e irregolare tavolo in legno definisce lo spazio, sviluppandosi intorno al pilastro centrale. La cucina è stata ampliata e consente ai clienti di assistere all’impiattamento. Il corridoio che conduce alla sala riservata a piccoli gruppi è stato sfruttato come spazio attrezzato grazie alla struttura modulare in legno. La sala è scandita dalla disposizione dei tavoli e arredata con lampadari che si ispirano alle lanterne cinesi e rompono la prospettiva allungata del locale.

Format per Castello d’oro - fast & slow fusion restaurant
Il concept si basa sull’ampliamento degli spazi funzionali e su una modalità di consumazione diversificata nei tempi di somministrazione e di stazionamento (fast and slow), implementando il take away con possibilità di acquisto e ritiro direttamente dalla strada. Il team ha proposto la modifica delle vetrine esistenti per consentire un’illuminazione naturale totale e una visibilità degli interni dalla strada. Sono state create due zone (pranzo e cena fast o slow) per differenziare il locale anche a livello visivo, impiegando materiali di finitura differenti tra loro sia per cromia sia per texture. A fianco della zona d’ingresso è stato posizionato il sushi bar, il cui piano continua esternamente come appoggio per i clienti del take-away. L’ambientazione riproduce la “via della seta”, cioè un percorso definito a soffitto da fasci di filo nei toni del beige-marrone in cui si intravede un filo rosso che dall’ingresso guida il cliente lungo il tracciato verso la sala preferita. Nelle sale l’installazione si appoggia su telai per creare una parziale separazione tra i tavoli.

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