Il bistrot cosmopolita in stile vintage di Cannavacciuolo

Pelle, ottone, resine, onice. Sono alcuni dei materiali che fanno da cornice al nuovo locale dello chef campano a Novara. Un mix eclettico per un bistrot in un teatro ottocentesco

È quasi sempre sold out il Cannavacciuolo Café&Bistrot aperto a fine ottobre all’interno dello storico Teatro Coccia di Novara. Contenitore ottocentesco e interior design dal vintage raffinato per quella che è la nuova casa dello chef campano, con sviluppo su più piani, due cucine a vista senza vetri (per servire 200 coperti) e con la possibilità di consumazione all’aperto (portico al piano terra e terrazza al primo piano). Un grande locale, direttamente collegato al teatro tramite una porta scorrevole in vetro, che invita alla sosta anche solo per un caffè o un dolce.

Dopo un anno di lavori fra ristrutturazione e restauro (delle pareti), ma solo tre mesi per realizzare l’allestimento interno, il locale ha riaperto con l’aspetto ricercato ma informale, secondo le aspettative del suo padrone di casa: Antonino Cannavacciuolo. Il vecchio bar di modesta fattura ha lasciato posto a un bistrot con caffetteria ricco di luci, specchi, materiali e linee morbide che riprendono, in chiave contemporanea, il mood degli anni 50 e 60 dei bistrot francesi con un risultato di grande effetto, che restituisce alla città uno spazio di grande memoria.

I richiami alla quotidianità di un recente passato (le caffettiere, gli orologi, i vasi, le zuppiere, le credenze a parete con struttura in ferro) sono costanti. «Come voleva Cannavacciuolo - afferma Santo Scibetta, art director di CierreEsse, azienda brianzola capofila dell’intero progetto del bistrot - qui si respira quell’atmosfera rilassante che ti inviata a leggere un libro o a cenare, aspettando di entrare a teatro». La prevalenza di azzurri e grigi, la boiserie in legno, le resine nelle tonalità verde salvia, carta da zucchero e cipria, l’ottone brunito, gli specchi irregolari (tagliati a mano) incorniciati in ottone e l’illuminazione a soffitto creano un’atmosfera calda e avvolgente, cosmopolita. «Si tratta di uno spazio unico con quattro diverse ambientazioni per realizzare altrettanti locali che dialogano fra loro», evidenzia l’art director di CierreEsse.

Il piano terra, anticipato da un ampio porticato attrezzato con tavolini, è suddiviso fra zona bar, cucina e zona di servizio. Oltrepassate le grandi vetrine/porte in vetro si incontra il pavimento in candido onice in continuità con quello in marmo bianco del teatro. Un tappeto lucido su cui poggia il grande bancone in legno di due colori, davanti al quale sono posizionati i tavoli quadrati con piani in resina bordati di ottone circondati da sedie di diversa foggia, in stile vintage. Su questa zona a doppia altezza (circa 6 m) scende una cascata di boule in vetro. Dietro il banco è posizionato un retro bancone con base refrigerata e leggera struttura in ferro+mensole in vetro, oltre il quale si estende la prima cucina a vista. Davanti l’ingresso principale, la scala in legno con parapetto in ottone che conduce alla sala da 24 posti e ai servizi igienici del mezzanino, posizionato sopra la zona bar e affacciato sulla zona consumazione del piano terra. A mano a mano che si sale diventa più marcata l’identità di ristorante. Qui l’azzurro delle superfici verticali e dei piani in resina dei tavoli si amalgama con il legno chiaro e l’ottone. Un’altra rampa di scale conduce al piano primo a doppia altezza (con sala da 39 posti), la seconda cucina a vista, la terrazza con zona lounge e 58 posti a sedere, circondata dalle cassette per le erbe aromatiche.

Scheda progetto

Superficie piano terra 165 mq + 140 mq portico, mezzanino 75 mq, piano primo 100 mq + 200 mq terrazza
Posti a sedere piano terra 24 + 52 portico, mezzanino 24, piano primo 39 + 58 terrazza
Interior design Santo Scibetta
General Contractor CierreEsse
Committente Antonino Cannavacciuolo
www.antoninocannavacciuolo.it

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