Romeo, nuovo bistrot per gourmet

Polifunzionali –

Il giusto prezzo: questo il concetto attorno a cui ruota la formula del Romeo, Chef & Baker di Roma, nuovo indirizzo gourmet creato da una doppia coppia di soci: Cristina Bowerman e Fabio Spada da un lato e i fratelli Roscioli dall’altro

Romeo, nuovo indirizzo gourmet capitolino, è frutto della collaborazione di un’inedita doppia coppia di imprenditori. Da un lato Cristina Bowerman e Fabio Spada, già compagni di vita e soci di Glass Hostaria, una stella Michelin conquistata dalla chef di origini pugliesi nel 2010; dall’altro i fratelli Roscioli, Pierluigi e Alessandro, il cui nome a Roma è sinonimo di pane e focacce oltre che di un banco gastronomia da sogno e di una rigorosa cucina di tradizione. Glass è in piena Trastevere, mentre il ritrovo dei Roscioli è dall’altra parte del fiume, a via dei Giubbonari. In comune una bella fetta di clientela, il classico romano gourmet appunto, disposto a spendere più di 60-70 euro per mangiare. «Eppure - confessa Cristina Bowerman - non ci eravamo mai conosciuti». Fino a quando non si è messo di mezzo il destino, travestito da agente immobiliare. Complice una vecchia officina dell’Alfa Romeo (da cui il nome Romeo): 400 metri quadri che da qualche anno erano sulla piazza in attesa di un acquirente che ridesse loro vita. Separatamente, l’agente porta entrambe le coppie a vedere questo locale. La Bowerman, che aveva voglia di intraprendere una nuova avventura professionale dopo Glass, dice subito sì. I Roscioli all’inizio sono indecisi, per via di una consulenza importante, poi l’impegno salta e sulla loro strada si presenta Fabio Spada, già socio della Bowerman, che si fa sensale e organizza il matrimonio. «È a Fabio che bisogna riconoscere il merito di tutto questo - confessa Pierluigi Roscioli - troppo spesso veniamo nominati solo io, mio fratello Alessandro e Cristina e lui è dimenticato. Invece Fabio è la vera anima di questo locale».
Un locale dalla doppia anima, come ben evidenziato nel sottotitolo: Chef & Baker. Appena si entra, a destra, c’è la forneria dei Roscioli con l’odore del pane che invade le narici. A un passo, il bancone della gastronomia, ideale trait d’union che mette in comunicazione i diversi piani di questo locale a due facce. Qui si affettano i ricercati salumi e formaggi che impreziosiscono panini e focacce, sfornati caldi dalla panetteria. La stessa selezione di salumi e formaggi, così come come i sottoli fatti in casa, gli affumicati come il salmone norvegese o le conserve fra cui le alici del Cantabrico sono parte integrante del menù, sia a pranzo sia a cena. Gli altri piatti in carta sono invece stati pensati dalla chef seguendo la logica di «una cucina più istintiva rispetto a Glass». Piatti relativamente semplificati, con meno ingredienti e passaggi rispetto a quelli del ristorante stellato di Trastevere. E oltre la metà del prezzo che si spenderebbe da Glass. Che la Bowerman non ha abbandonato per la sua nuova creatura, anzi.

Un successo annunciato

La sua complicata giornata inizia con il servizio del pranzo da Romeo, continua con quello della cena da Glass (che è aperto solo la sera) e si conclude con una corsa in motorino per fare la chiusura della serata ancora da Romeo. Grande successo già dai primi giorni di apertura del locale, nonostante la scelta di non fare un’inaugurazione.
Appassionati, clienti storici e curiosi si sono precipitati ad assaggiare le preparazioni di questo nuovo ristorante. Secondo Pierluigi Roscioli, questo inizio così scoppiettante ha messo a dura prova un servizio ancora in rodaggio. «I ragazzi in sala sono tutti selezionati e bravissimi, ma manca ancora quella complicità e quell’amalgama che si conquista solo con il tempo». Vero è che i ragazzi sono estremamente solleciti e non perdono mai di vista neanche un tavolo, riuscendo a gestire con la stessa professionalità e competenza sia la zona “ristorante”, sia quella “forneria”, circa 70 coperti contro una ventina di posti al bancone. L’unica differenza è che da un lato fanno bella mostra di sé tovagliette/tavolette nere di legno brandizzate e tovaglioli di stoffa, dall’altro non c’è mise en place, i tovaglioli sono di carta e si mangia sui taglieri preparati da forneria e gastronomia. Una scelta giustificata dal fatto che si può svoltare un pranzo con meno di cinque euro: il prezzo di una focaccia calda con la migliore mortadella sul mercato, affettata al momento, e una bottiglietta d’acqua. Solo qualche euro in più per i panini gourmet ideati da Cristina (da 8 a 12 euro), che rappresentano il frutto più tangibile dell’incontro fra queste due anime della ristorazione.

Economie di scala e sinergie

Un incontro che ha portato anche una serie di vantaggi reciproci. Il potere d’acquisto, per prima cosa: «da quando abbiamo aperto Romeo abbiamo bisogno di quantitativi più importanti e si sono abbassati naturalmente i prezzi», spiega la Bowerman. Vantaggi anche per i Roscioli, che grazie a Romeo fanno “girare” la cantina del loro ristorante: «C’è un furgoncino che fa avanti e indietro fra il locale di via dei Giubbonari e via Silla, così possiamo supportare l’impegno della forneria e affrontare qualsiasi richiesta particolare in tema di vino. Anche se stiamo approfittando della nuova apertura per mettere su una carta dei vini laziali selezionati, specialmente biodinamici».

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