
A Lodi apre Good Food: Afro-Italian Fusion Cuisine, il ristorante firmato dallo chef Danny Smaila Wahab, nato in Nigeria e formatosi in Italia. Un progetto che va oltre la semplice proposta gastronomica e si configura come una visione culinaria capace di fondere radici africane e cultura mediterranea, parlando un linguaggio contemporaneo e inclusivo.
Dalla Nigeria all’Italia, una formazione tra identità e tecnica
Cresciuto in Nigeria, Wahab entra in contatto fin da giovanissimo con una cucina ricca di profumi, spezie, cereali e tuberi, profondamente legata alla dimensione familiare e comunitaria. Un patrimonio gastronomico fatto di gesti tramandati e ricette identitarie che ha costituito la base della sua sensibilità culinaria.
Il trasferimento in Italia segna l’incontro con una tradizione diversa ma complementare: la cucina italiana, con il suo rigore tecnico, l’attenzione alla materia prima e la centralità della stagionalità. Qui Danny studia, sperimenta e affina le sue competenze, integrando creatività e disciplina, fino a maturare un linguaggio personale.
Afro-Italian Fusion Cuisine: quando due mondi si incontrano
La sintesi di questo percorso è Good Food, un progetto che rifiuta le etichette rigide e sceglie la contaminazione. Nel menu convivono ingredienti africani e mediterranei, tecniche ancestrali e cotture contemporanee, consistenze robuste e profili più delicati, in un dialogo continuo tra culture.
L’Afro-Italian Fusion Cuisine proposta da Wahab non è una fusione forzata, ma un equilibrio costruito piatto dopo piatto, dove la cucina diventa strumento di racconto e di apertura verso nuovi immaginari gastronomici.
Un menu ampio e una filosofia che va oltre il piatto
Good Food propone oltre 32 piatti, con un’attenzione particolare a proposte vegane e gluten-free, rispondendo alle esigenze di una clientela sempre più attenta e trasversale. Al centro, ingredienti freschi, sostenibili e selezionati, in linea con una visione etica della ristorazione.
Il progetto porta con sé anche un messaggio sociale: sostenere le donne agricoltrici e commercianti africane, valorizzando filiere e comunità spesso invisibili. Un impegno che rafforza l’identità del ristorante e ne amplia l’impatto, trasformando l’esperienza gastronomica in un atto culturale.
Con Good Food, Danny Smaila Wahab propone una cucina che unisce, racconta e costruisce ponti. Un esempio di come la ristorazione contemporanea possa essere al tempo stesso luogo di gusto, dialogo e responsabilità.






