“Un’idea tecnica mai vista prima”. Lorenzo Palmeri, designer milanese il cui lavoro spazia dall’enogastronomia alla musica, descrive così la sua firma sulle bottiglie di Acqua Chiarella, già sperimentata e vincente: “Per evitare il fenomeno dello scarfing, ovvero l’usura tra bottiglie che vengono stoccate vicine si sfregano l’una con l’altra, abbiamo inserito un piede in rilievo. È questo che viene a contatto con le altre bottiglie, mantenendo il design intatto e creando una zigrinatura che al tempo stesso assorbe e riflette la luce”.
Punto di partenza
Acqua Chiarella lancia infatti due nuovi formati, da 0,70l e 0,92l, ciascuno con un’identità propria, pur salvaguardando l’anima del brand. Una serie di “giochi citazionistici”, richiami a oggetti del quotidiano che rendono l’idea di familiarità e al tempo stesso rendono le bottiglie in qualche modo uniche.
La 0,70, formato destinato all’alta ristorazione e Horeca, più esile in vita e con le “spalle” più rigide, ricorda una caffettiera moka; la 0,92l destinata a un consumo quotidiano in casa, si rifà invece alla bottiglia di vino, più arrotondata e ricurva (oltre che decisamente più pesante). In entrambe le varianti si riscopre una immediata ergonomia, con la fascia centrale della bottiglia che si rivela il punto naturale di presa.
“In pratica”, spiega Palmeri, “la bottiglia si raccoglie senza neanche guardarla, perché si intuisce immediatamente. È il design che indica la maneggevolezza”.
Il tappo
A tutto ciò si aggiunge la novità di un tappo con una linea unica bicolore, strumento di riconoscibilità quasi automatica soprattutto quando le bottiglie vengono osservate dall’alto, come spesso capita in ristorazione, quando i colli arrivano stoccati in cassette apposite.
Palmeri racconta quindi di una “mutazione tecnologica ma invisibile”, che si traduce inoltre nella nuova non-etichetta: le bottiglie riportano infatti le diciture e le decorazioni in rilievo sul vetro stesso, rinunciando consapevolmente all’utilizzo di un’etichetta vera e propria.
Acqua protagonista
L’acqua è così definitivamente “al centro del prodotto, protagonista assoluta e non costretta all’interno di un contenitore etichettato” afferma Andrea Vaccani, Amministratore Unico Acque Minerali Val Menaggio che ha fortemente lavorato a questo progetto. “Forma e sostanza devono sempre andare di pari passo, non può sussistere etica senza estetica: quindi il lato estetico non può mai prescindere dal lato pratico di utilizzo. Senza uno o senza l'altro, un progetto fallisce”
Le bottiglia in vetro nel formato 0,70l e 0,92l si inseriscono all’interno di Sympòsion, il progetto lanciato da Acqua Chiarella e giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Essenza del progetto è invitare artisti e, più in generale, esponenti del mondo dell’arte, a confrontarsi sul tema dell’Eccellenza della Natura e dell’Uomo.