La cucina fusion asiatica sbanca a Milano e conquista i clienti

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La cucina fusion di Kisen, a Milano, creata da uno chef in Italia da quasi trent'anni, racconta bene delle tendenze in atto nel capoluogo lombardo quando si parla di cucina asiatica

Cinese (nelle sue declinazioni sempre più strettamente regionali), giapponese, thai, vietnamita, ma anche coreana e mongola.

La cucina orientale a Milano conosce pochi confini e sonda continuamente nuove offerte. Dallo street food delle raviolerie d’asporto, e non solo, affacciate su via Paolo Sarpi e dintorni, all’alta cucina stellata di Iyo nei suoi due ristoranti principali, uno che guarda alla tradizione e uno che autodefinendosi “cucina libera e senza confini” mette in chiaro fin da subito la propria filosofia, o di Wicky Priyan e della sua cucina giapponese dai toni fortemente innovativi.

Pochi confini in cucina

Ecco, è proprio l’innovazione che ruota attorno alla cucina orientale a rappresentare oggi il fenomeno di tendenza quando si parla di Asia nel capoluogo lombardo. E se è difficile trovare una tempura soba (la “zuppa” di pasta di grano saraceno e piccoli pezzi di tempura) o una okonomiyaki (una “semplice” frittata che con il nostro piatto ha davvero ben poco a che fare) davvero ben fatti è sempre più semplice perdersi, non senza piacere, tra contaminazioni che vedono carni, pesci, verdure, ma anche, e sempre più spesso, frutta e poi salse che ogni chef crea o personalizza a modo proprio.

Molti gli indirizzi davvero interessanti dove provare un’ottima cucina fusion (all you can eat inclusi: leggi qui il nostro articolo sul Reiwa Milano).

I buoni modelli

Tra i vari possibili, un buon indirizzo ci è stato recentemente fatto conoscere da un pranzo stampa dove Christian Zaccaro e lo chef e socio e chef Maki hanno presentato nuovi sapori - in particolare la proposta cocktail - e gli ambienti parzialmente rinnovati del Kisen di via Giacomo Mora, aperto ormai dal 2006 in via Giacomo Mora (l’insegna è presente anche a Milano Moscova e a Busto Arsizio).

Dalla cucina di chef Maki, formatosi nello storico ristorante Fuji che aprì a Milano nel 1992 quando la cucina del Sol Levante era privilegio (per i costi) per pochi, escono oggi piatti che guardano in primo luogo alla freschezza delle materie prime, poi alla tradizione, ma anche e molto alle contaminazioni. Ecco allora un interessante succedersi di portate crude e cotte, di carne (sempre più presente nella proposta fusion dei ristoranti gastronomici della città) e di pesce (anche in specie non propriamente appartenenti alla tradizione del Sol Levante).

Assaggi possibili

Tra le portate più interessanti, il branzino croccante al profumo di miso e crema di patate viola, il tortino di black cod, il gambero rosso avvolto nei fili di kataifi (la pasta spesso usata per dessert e pasticcini di invenzione ottomana), oppure il carpaccio di fassona con foie gras e glassa di aceto balsamico. Bella scelta di dim sum, la cui pasta può venir di volta in volta colorata con tè verde, zafferano, nero di seppia o barbabietola, e dragon ball (dei mono bocconi belli da vere e gustosi da mangiare). Il tutto ovviamente con un punto fermo: i crudi. Che siano sushi, sashimi o chirashi  sono spesso ingentiliti da una discreta varietà di frutta: chicchi di melagrana, avocado, frutto della passione o mela.

1. Branzino croccante al profumo di miso e crema di patate viola

2. Carpaccio di fassona con foie gras e glassa di aceto balsamico

3. Dragon ball di salmone

4. Piccolo sashimi

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