La Danimarca vince il Bocuse d’Or. Podio tutto scandinavo, Italia al 15° posto

Bocuse d'Or 2019

È stata la Danimarca a conquistare il gradino più alto del podio del Bocuse d'Or,  concluso ieri a Lione, in Francia. Al secondo posto, la Svezia e al terzo ancora un paese scandinavo, la Norvegia.
L'Italia, rappresentata dal team dello chef pugliese Martino Ruggieri. si è fermata in posizione numero 15. I paesei partecipanti erano 24.
Il concorso di alta cucina più importante del mondo ha visto dinque trionfare lo chef Kenneth Toft-Hansen allenato da Rasmus Kofoed del ristorante Geranium di Copenhagen, noto per avere già conquistato un bronzo e un argento e un oro in tre passate edizioni consecutive. Accanto a Toft-Hansen ha gareggiato il commis Christian Wellendorf Kleinert che si è aggiudicato anche il premio di miglior commis. Al gradino di mezzo lo svedese Sebastian Gibrand con il commis Gustav Leonhardt allenati da Tommy Myllymäki; sul più basso lo chef Christian André Petterse con il commis Havard André Josdal Ostebo assistiti dal coach Gunnar Hvarnes.
Le due prove di questa edizione 2019 erano dedicate alla memoria di Paul Bocuse, fondatore del concorso, e di Joël Robuchon, primo e ultimo presidente onorario del Bocuse d'Or, entrambi da poco scomparsi. I temi delle prove erano: carré di vitello da latte con 5 costolette e Chartreuse di verdure con crostacei.

Il commento di Ruggeri

«Ora mi riprendo la vita''. ''Il Bocuse d'Or - ha dichiarato Ruggieri - è una lezione di vita; ti consente di prendere le misure della tua personalità e del tuo carattere, inteso come forza e determinazione, e ti da la possibilità di crescere nel confronto. Prepararsi per il Bocuse d'Or vuol dire mettere da parte la propria vita, personale e professionale, per due anni. Si lavora per rendere meccanici dei movimenti che devono tendere alla perfezione e a minimizzare gli errori; si impara a lavorare in team perché ogni gesto, ogni movimento deve essere calibrato in un equilibrio perfetto. Lione è stata una scarica di adrenalina. Il tempo, quelle 5 ore e 35 minuti, è volato mentre con Curtis e Francois, eravamo concentrati senza neanche riuscire a sentire quello che accadeva intorno. In Italia, però, c'è ancora tanto da fare per creare il sentimento e l'interesse intorno a questo percorso umano e professionale. È importante capire - conclude - che il Bocuse d'Or non è il concorso del candidato, ma di un paese intero. Sarebbe bello che il prossimo candidato potesse contare sul supporto dei grandi cuochi italiani, come avviene nei paesi nord europei e in Francia».

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