Riempire la sala con le App

Le piattaforme di prenotazioni online sono sempre più usate dai clienti. Chi sono, cosa offrono, i costi

Data la sempre maggior diffusione di smartphone e tablet e l’abitudine a usare il digitale quotidianamente, può essere vantaggioso per un ristorante essere presente su una piattaforma di prenotazione online. In Italia ce ne sono diverse che funzionano in modo abbastanza simile: si tratta di App che danno l’opportunità alle persone di cercare un ristorante in base alla zona, ai prezzi, al tipo di cucina, e di prenotare nel giorno e nell’orario desiderati, con in alcuni casi anche sconti, promozioni e punti fedeltà.

I motivi per cui scegliere di far parte di uno di questi sistemi sono la visibilità sul web e l’opportunità di farsi conoscere da nuovi clienti, ma anche, grazie al gestionale che viene fornito, ottimizzare il flusso degli ospiti, organizzare la sala, creare un database dei commensali, oltre a perdere meno tempo per prendere le prenotazioni. Per far parte di queste piattaforme in genere si viene contattati dalle società che erogano il servizio, o se ne può fare richiesta attraverso i loro siti; di solito poi avviene un incontro per definire i termini della partnership: c’è infatti sempre una commissione (più o meno equivalente al costo del coperto) da pagare per ogni prenotazione e in base alle funzioni del gestionale che si desidera usare può esserci un costo fisso mensile.

Una delle principali piattaforme attive nella Penisola è TheFork, acquisita da TripAdvisor nel 2014, in cui sono confluite poi anche le italiane restOpolis e MyTable. «Tra i vantaggi c’è la gestione del flusso della clientela: i ristoranti spesso prendono le prenotazioni con carta e penna, il che può creare disordine - spiega Almir Ambeskovic, country manager per l’Italia, dove i ristoranti affiliati sono 8mila (33mila nel mondo) -. Noi forniamo un’agenda elettronica, che permette di configurare la sala e i tavoli, di segnare quando il cliente arriva e va via, o di usare impostazioni automatiche che tengono in considerazione quanto tempo è mediamente occupato un tavolo in modo da poterlo riassegnare. Poi c’è la possibilità di profilare i clienti, e tutto ciò permette una qualità di servizio migliore».

Il gestionale è fornito a tutti, con livelli e costi diversi. «Si parte da un’offerta base da zero euro al mese, poi ci sono pacchetti da 49 euro con un iPad incluso per arrivare a 89 euro, con un’opzione che include la gestione della sala, l’assegnazione dei tavoli con la planimetria e un modulo marketing che permette di comunicare alla clientela con newsletter - continua Ambeskovic -. Per ogni persona che arriva tramite noi, c’è una commissione calcolata sul prezzo medio, dai 2 ai 4 euro a persona. Inoltre, consigliamo quando fare promozioni e lanciamo iniziative speciali, sostenute da campagne di comunicazione, come un festival in cui per un mese le cene, presso 500 ristoranti, riservate tramite TheFork costano il 50% in meno: un investimento che consente ai locali di essere scoperti da nuovi clienti».

L’app globalmente conta su più di 5 milioni di recensioni, 8 milioni di utenti unici al mese e oltre 4 milioni di download ed è integrata con TripAdvisor.

Un’altra piattaforma è Quandoo. «Sono due le aree di servizio che offriamo: una parte legata alla visibilità, ovvero il posizionamento sui motori di ricerca; poi c’è la conversione di queste ricerche in prenotazioni, mettendo a disposizione dei ristoratori gli strumenti attraverso cui gli utenti possono prenotare», spiega Andrea Favarato, VP Southern Europe di Quandoo, che ha più di 13mila ristoranti nel mondo (oltre 4mila in Italia), totalizzando 2 milioni di commensali seduti in due anni e 100 recensioni pubblicate al giorno a livello globale.

«C’è anche la parte di gestione, che dipende da quale pacchetto si decide di acquistare; si va dalla possibilità di monitorare le prenotazioni arrivate con i vari nominativi e i dati degli utenti, fino alla versione che consente di gestire il ristorante con un’app che riproduce la pianta del locale. Le prenotazioni online e quelle offline convogliano in questo sistema che permette di gestirle, di organizzare i coperti e la sala, mantenendo traccia di tutto. I risultati sono legati alle necessità: per esempio se è un’attività appena aperta l’obiettivo è la visibilità; chi invece ha già un nome magari ha più interesse a ottimizzare il fatturato e l’uso dei coperti».

Il costo mensile parte da 29 euro, ed esiste una commissione per ogni ospite che arriva attraverso l’app, che equivale al costo del coperto.

In Italia è anche attiva, con oltre 1.200 ristoranti, MiSiedo che dà la possibilità di prenotare dal sito di MiSiedo o da quello del ristorante, dal widget o tramite i partner come American Express, Gambero Rosso, Guida ai Ristoranti dell’Espresso, ecc. Anche in questo caso è fornito un sistema, l’app iPad MiSiedo Maître, che consente di gestire il locale, cui non è richiesto un canone di adesione bensì una commissione fissa sulla prenotazione, che non supera il prezzo del coperto.

Queste piattaforme vanno però utilizzate con qualche accorgimento. Secondo Ale Agostini, amministratore di Bruce Clay Europe, agenzia di seo e marketing digitale: «Sono ottime per avere clientela nuova di passaggio. Attenzione però alle condizioni legate ai gestionali gratis e all’esportabilità dei dati. Comunque un ristorante importante deve avere un piano di web marketing, indipendente dalle piattaforme citate».

Anche secondo Giacomo Pini, amministratore di Gp Studios, società di consulenza per ristoranti e hotel, è meglio scindere il sistema di gestione da quello di prenotazione. «L’app deve rendere più facile la possibilità di offrirsi a un mercato con uno strumento in più, quindi è utile per avere visibilità. Il gestionale deve dare il controllo dell’azienda e dipende dal posizionamento del ristorante».

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