Le Marche in bianco: il Verdicchio dei Castelli di Jesi

Celebrato da molti, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Docg si propone alla ristorazione anche nella versione Spumante e Riserva per soddisfare qualsiasi esigenza di consumo

Ha trascorso i suoi primi 40 anni come Doc, dal 2009 il Verdicchio dei Castelli di Jesi è diventato Docg (riconosciuta anche la tipologia Riserva). “...Suona fresco, suona vivo, suona leggero, umile, gradevole, giovanile, naturale, grazioso, gentilmente pungente, vegetalmente acerbetto e piacevole come un rametto verde pallido, croccante, cricchiante”. Così Mario Soldati, durante una delle sue scorribande enogastronomiche, negli anni Sessanta, pubblicate in “Vino al vino”, trovava aggettivi lusinghieri per il vino che ricordava di aver considerato, prima della guerra, il miglior bianco italiano.
«Le molteplici vicissitudini che hanno caratterizzato la lunga storia del Verdicchio - spiega Alberto Mazzoni, direttore dell'Istituto marchigiano di tutela - hanno condotto questo vino a essere uno dei protagonisti della scena enologica mondiale grazie sicuramente alla scelta di rinnovamento viticolo ed enologico perseguita dalla filiera produttiva nel corso dell'ultimo ventennio.

La riscossa degli ultimi 20 anni è partita dal vigneto
Lo confermano i numeri: 2.800 ettari di vigneto, 250 mila quintali di uva (anno 2011), 175 mila ettolitri di vino. In tutto si producono 14 milioni di bottiglie di Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc. Ma per raggiungere questi importanti risultati sono state necessarie una presa di coscienza e una maturità generale, che si sono espresse con la ricerca della qualità partendo soprattutto da quella del vigneto. Ogni produttore si è rimboccato le maniche ed è stato necessario approntare un piano di miglioramento qualitativo delle uve.
Le tipologie attuali del Verdicchio dei Castelli di Jesi, Spumante, Riserva, Passito e Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico, Riserva e Superiore corrispondono perfettamente alle esigenze dei consumatori e dei ristoratori e soprattutto risalta il suo interessantissimo rapporto prezzo/qualità. Probabilmente in nessuna altra area vitivinicola italiana si riscontra, per un vino ottenuto da monovitigno autoctono, un'analoga ricchezza di proposte. Bianco da pesce per antonomasia, ma che grazie alle sue diverse tipologie si beve volentieri a tutto pasto.

Bollicine e ciauscolo
Oltre ad accompagnare molti piatti di pesce, tra cui il brodetto anconetano, va provato nella versione spumante metodo classico con le olive all'ascolana (ripiene di carne e fritte). Grazie alla sua struttura, il Verdicchio Superiore e anche Riserva regge anche i salumi tra cui il ciauscolo, tipicità marchigiana, dal gusto forte perché aromatizzato con aglio e a volte finocchio e affumicato, che si spalma sul pane perché la sua consistenza è morbida e cremosa.

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