L’azienda Biondelli è la centosettesima, e l’ultima in ordine di tempo, iscritta al Consorzio di tutela. E si propone già come riferimento per la ristorazione
Trentun anni, con alle spalle una lunga esperienza nella City di Londra, trascorsa nel settore finanziario, Joska Biondelli è l'ultimo dei franciacortini. Biondelli, la sua azienda, costituita dal nonno ambasciatore che acquistò la villa di Bornato, di fronte al famoso castello, sede della cantina, è infatti la centosettesima, e ultima in ordine di tempo, a essersi iscritta al Consorzio per la tutela del Franciacorta.
Agli inizi di dicembre ha presentato il suo primo vino, un Franciacorta Docg Brut al 100% da uve chardonnay. A primavera seguirà il Satèn e poi arriveranno anche il Rosé e il Millesimato, distribuiti esclusivamente sul circuito della ristorazione.
Le scelte sono coraggiose: tutti i vigneti, estesi su 10 ettari, sono condotti secondo i criteri dell'agricoltura biologica.
Il Brut, l'unico degustato finora, si annuncia come un vino pulito, quasi austero, gradevole e facile da bere, secondo un progetto che punta all'immediatezza e alla bevibilità del vino, senza fronzoli o esperimenti discutibili.
La variabile prezzo
La strategia commerciale è incanalata su un doppio binario: da un lato la collaborazione con distributori esperti del mondo della ristorazione, e dall'altro il rapporto diretto con chef e ristoratori. «L'obiettivo - spiega il responsabile commerciale Roberto Ravelli - è di fare del Brut, e delle altre tipologie, vini di qualità ma accessibili dal punto di vista del prezzo, sia per il ristoratore sia per il cliente finale». Del Brut 2010 verranno distribuite in totale 18.000 bottiglie, cui si aggiungeranno le 6.000 del Satèn.
Il resto della produzione resta in cantina per la Riserva, che sarà commercializzata nel 2014, per arrivare a regime a 130.000 bottiglie l'anno.