Maculan: non solo Torcolato nel domani di Breganze

Una giornata in vigna con Fausto Maculan, padre putativo del famoso vino dolce veneto, per parlare di Torcolato e degli altri vini della Doc, di ristorazione e di passaggio generazionale

A Breganze, ventricolo vinicolo del vicentino, si coltivano una dozzina di vitigni, ma nessuno è più identitario della Vespaiola e del vino principe che ne nasce: quel Torcolato Maculan (www.maculan.net/) divenuto celeberrimo grazie al contributo di una personalità che ha fatto della propria visione un successo planetario.

Fausto Maculan
La Cantina Maculan

Fausto Maculan ha dedicato la sua vita alla tradizione della sua terra, trainando l’attività avviata dal padre nel ’47 e tramandandola oggi alle figlie Angela e Maria Vittoria. Pittoresco e vulcanico, amante del buono, fluente in inglese e negli aneddoti: fu il pioniere delle tecniche francesi in Italia, dopo numerosi pellegrinaggi di formazione e passione Oltralpe.

«Tornai negli anni ’80 con idee e macchinari che mi facevano sentire dieci anni avanti rispetto al resto del Paese, fui il primo qui a piantare diecimila viti per ettaro», in quelli che oggi sono trentacinque, di proprietà. Il Torcolato di Maculan spaccò il mercato negli anni d’oro della ristorazione italiana, quando si vide inserire nelle carte vini di chef leggendari come Gualtiero Marchesi o la famiglia Maccartilii al San Domenico di Imola, spinto dalla penna di Gianni Brera che del vino di Fausto si innamorò casualmente; fu il trampolino per arrivare alla dimensione attuale, che racconta di quasi settecentomila bottiglie l’anno distribuite in quaranta Paesi.

E Angela  e Maria Vittoria
Angela e Maria Vittoria Maculan

Oggi, come dicevamo, Fausto è affiancato dalle figlie Angela, laureata in Scienze e Tecnologie Agrarie, che si occupa della parte commerciale, e Maria Vittoria una laurea in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche, che si occupa di vigne e cantina.

Il rapporto con il territorio viene fuori lampante da un paio di numeri: un terzo del mercato di Maculan vive in Veneto, addirittura la metà di questo nella sola provincia di Vicenza. Si raccoglie, dunque, con le mani ma soprattutto con il cervello. Ogni tralcio viene accarezzato e selezionato.

Il Torcolato deriva da uva Vespaiola, così chiamata per la sua intrinseca ricchezza di zucchero che attira, appunto, le vespe: il grappolo deve però necessariamente essere spargolo, con gli acini separati tra loro quel tanto che basta per permettere a un filo di spago di inserirsi e torcersi, per fungere da gancio su cui l’uva rimarrà appesa fino alla spremitura in gennaio.

Umidità e ventilazione concorrono per concentrare la dolcezza e la complessità dell’uva, insieme al vero ingrediente che fa la differenza in questa che la più rinomata tra le diciassette cantine del circondario: i decenni di studio e coraggio che Maculan ha tradotto nella sua azienda, fino a renderla un’autentica icona nel mondo.

Gli altri vini

Oltre al Torcolato, oggi spiccano nell’offerta, il Tre Volti e il Fratta. Il primo è uno Chardonnay in purezza, prodotto secondo i dettami del metodo classico (con un 10% della massa che fermenta in barrique). Sosta 36 mesi sui lieviti e si presta per l’aperitivo e, a tavola, per antipasti e secondi di mare. Il Fratta è un blend di Cabernet sauvignon e Merlot che affina per un anno in barrique. Saldo e strutturato, lungo e persistente è, con il Palazzotto e il Crosara uno dei tre (eccellenti) cru di Maculan.

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