Bodega Chacra, Buondonno, Calabretta, Envinate, Gelveri Manifactur, Jardin Oculto, Weingut Immich-Batterieberg. Sono le sette cantine in cui vini, da vigne a piede franco e in qualche caso maritate (ovvero avvinghiate ad alberi che le sostengono), sono stati raccontati e assaggiati durante una bella degustazione tenutasi presso lo Spazio Velier a Milano.
Sette cantine che lavorano secondo i dettami dei Triple A (Agricoltori, Artisti, Artigiani), movimento nato, come scrive Luca Gargano sul sito www.triplea.it «Dal sogno che un giorno l’onestà sarebbe diventata di moda».
Sette cantine che hanno raccontato un bello spaccato di mondo enologico, un piccolo mondo in quanto numeri produttivi, ma decisamente grande in quanto a fascino e storia.
1Gelveri-Manufactur
Ecco allora cantina Gelveri-Manufactur, situata a Güzelyurt nella parte occidentale della Cappadocia, ai piedi del vulcano Hasan Dag, nell’Anatolia Centrale. Con vigneti posti in un altipiano a un’altitudine di 1.500 mt s.l.m. e vigne, alcune antichissime, che arrivano addirittura a oltre 200 anni di età e quindi pre-fillosseriche.
Di Gelveri-Manufactur è stato presentato il Keten Gömlek 2016, bianco macerato in anfore. Da omonimo vitigno (il Keten Gömlek per l'appunto), nasce da un vigneto di appena un ettaro con età media delle viti di 75 anni. Bianco lunghissimo, dal palato corposo, ha note affumicate e tuttavia ottima acidità e freschezza.
2Bodega Chacra
Con Bodega Chacra ci spostiamo nel terroir di Mainqué, nella regione del Rio Negro in Patagonia. La cantina è il progetto visionario di Piero Incisa della Rocchetta che ha preso vita nel 2004. L’intento del fondatore era ed è quello di trasportare nei vini il clima, il microclima e, in sostanza, il territorio, il tutto ovviamente sotto i dettami dell’agricoltura biologica e biodinamica. La cantina dispone di circa 40 ettari di vecchie vigne a piede franco a larga maggioranza chardonnay e pinot noir. I vini sono frutto di fermentazioni totalmente spontanee e sono bandite filtrazioni e chiarifiche in favore di decantazioni naturali, garantendo così nella bottiglia la purezza del frutto. Protagonista dell'assaggio il Chacra 32 vendemmia 2021, pinot nero in purezza che vede fermentazione spontanea in vasche di cemento da 38 hl con tra il 50 e il 100% delle uve a grappolo intero e macerazione sulle bucce per 15-20 giorni. Affinamento per 19 mesi per il 45% del vino in vasche di cemento e per il 55% in barrique di rovere di 2° e 3° passaggio. Un Pinot Nero caratteristico, lungo, fruttato. Davvero una bella espressione del vitigno.
3Envinate
Dalla Patagonia alla Spagna il passo è... lungo. Ma le caratteristiche tra le cantine sono comuni. Qualità, ricerca, artigianalità. Ecco allora Envinate, realtà condotta da Laura Ramos, Roberto Santana, Alfonso Torrente e José Martinez. Anzi le realtà perché Envinate ha vigneti in tre zone: l’isola di Tenerife nelle Isole Canarie; la sottoregione Amandi della Ribeira Sacra in Galizia e l’areale di Almansa-Manchuela nell’estremo sud est della Castilla-Leon. Ognuna di queste zone da vita a a vini diversi, fortemente territoriali. Di questa cantina si è stappata La Santa de Ursula 2021 da uve negramoll (48%), listan negro (50%) e listan blanco (2%) che vedono fermentazioni separate in mastelli aperti o cemento con parte a grappolo intero e parte senza raspi a seconda delle parcelle. Affinamento sulle fecce fini in barrique vecchie da 228 l per 8 mesi senza travasi. Bel rosso potente e deciso prodotto in sole 5/8.000 bottiglie l'anno.
4Buondonno
Opera a Castellina in Chianti nella frazione La Piazza, al confine con la provincia di Firenze la cantina che Gabriele Buondonno e Valeria Sodano, napoletani di sangue, hanno avviato nel 1988 risistemando quello che era un vecchio podere. La scelta è ovviamente quella dell’agricoltura biologica, ai tempi quasi una scelta pionieristica tanto che la coppia è tra i primi 20 produttori biologici della regione, certificati nell’1989. Oggi lavorano più di 12 ettari, su un terreno a 450 metri di dislivello, con vigne esposte su tutti i versanti della collina, su terreni argillo-calcarei resi drenanti dal solido scheletro pietroso.
Il vitigno maggiormente rappresentato è naturalmente il Sangiovese che si ritrova in purezza nel Chianti Classico, nella Riserva di Chianti Classico e nel Rosso Toscano, principali prodotti aziendali sia per quantità che per tipicità. A questi si affiancano anche vitigni come il Trebbiano, Syrah e Cabernet Franc Toscani. Protagonista dell'assaggio il Lemme Lemme, da uve Sangiovese, Canaiolo, Colorino, Malvasia Nera. Rosso potente ed elegante, ha bel frutto e bella mineralità. Deciso e tuttavia morbido al palato, mostra struttura e persistenza.
5Calabretta
Poco più di 12,5 ettari sulle pendici settentrionali dell'Etna per l'azienda vinicola Calabretta che ha alla guida Massimiliano, aiutato dal padre Massimo. Nel corso degli anni Massimiliano ha recuperato le vecchie vigne, i muretti a secco, impiantato nuovi e vecchi vitigni, preferibilmente a piede franco. Impianti ad alberello su terrazze a gradoni sorrette da muri a secco, sui quali si effettuano trattamenti con solo limitate dosi di zolfo e rame, la potatura manuale e la raccolta a mano. Circa 40mila le bottiglie prodotte ogni anno, tra i bianchi Minnella e Carricante e i rossi Nerello Mascalese Vigne Vecchie e, tra i vitigni a piede franco il, per l'appunto, Piede Franco, nerello mascalese di gran potenza e piacevolezza al palato. Un rosso complesso e tannico, austero e profondo, persistente, fresco, sapido e minerale.
6Weingut Immich-Batterieberg
A Enkirch nella Mittelmosel, la cantina vanta origini antiche, tanto che un documento ne attesta l'esistenza addirittura nel 908 d.c. Nel 1945 viene acquistata dalla famiglia Immich che avvia la produzione. Dal 2009 è il direttore Gernot Kollmann converte la produzione verso la viticoltura naturale. E oggi il cru Enkircher Batterieberg è famoso perché qui vi si trovano viti ultracentenarie a piede franco su terreni scistosi ad alta pendenza. I quattro vigneti che Immich lavora sono composti principalmente da ardesia ricca di quarziti e da ferro. I vini che ne scaturiscono sono caratterizzati da bella beva e mineralità. Tra questi il Riesling Kabinett C.A.I., il Riesling Ellergrub e il Riesling Trocken Enkircher Batterieberg. Proprio quest'ultimo è stato al centro della degustazione milanese. Sapido e suadente ha tutti i tratti distintivi dei bianchi provenienti da questa zona. Vivo, fresco, piacevolmente acido, al calice si rivela bilanciato, minerale e molto elegante. Persistente e stimolante al palato.
7Jardin Oculto
Fondato da Maria José Granier nel 2019, ha una storia molto più antica che risale fino ai primi del Novecento. I piccoli vigneti di viti antichissime – molte delle quali superano i 200 anni – sono maritati (in pratica avvinghiati) agli alberi e sono sopravvissute alla fillossera e ad altre malattie e che hanno prosperato grazie alle cure tramandate oralmente di generazione in generazione dai vecchi contadini locali che ne sono ancora proprietari e che lavorano in totale sinergia con Maria José e il suo staff. Circa 8 ettari vitati complessivi in varie parcelle-giardino nella Valle del Cinti, provincia di Chuquisaca, con vitigni come negra criolla (listanprieto in Spagna, tinto pais in Cile) e vischoquena in rosso; moscatel de Alexandria in bianco per dar vita a una produzione che si limita a 5-8.000 bottiglie.
Pochissime anche le bottiglie di Negra Criolla San Roque, assaggiata durante la degustazione. Dalle viti più vecchie in assoluto della proprietà proviene dal primo appezzamento acquistato da Maria José e suo marito Helios che lo lavora personalmente e che si estende per circa 6 ha di cui 4 in produzione. Tannino piuttosto delicato e note speziate di cannella, zenzero e chiodi di garofano e gradevoli sentori fruttati.