Scoprite il coperto: è la cornice che esalta l’esperienza gustativa

La mise en place deve essere studiata per far risaltare le caratteristiche della cucina. Armonizzando forme, colori, materiali e dimensioni

La mise en place deve essere studiata per far risaltare le caratteristiche della cucina. Armonizzando forme, colori, materiali e dimensioni

Al ristorante, come nella vita, la parola chiave è armonia. Quando si riesce a creare un’atmosfera armoniosa, in cui l’ambiente, la cucina e il servizio viaggiano di pari passo, l’esperienza del cliente risulterà sicuramente appagante. Naturalmente, non esiste l’atmosfera giusta in senso assoluto. Ogni ristorante deve creare la propria, coerentemente con la filosofia del locale e con il target di riferimento. «La vera differenza - spiega Mauro Adami,  global stylist e anima creativa di Domo Adami Events, agenzia specializzata nella costruzione di eventi unici - è nel pensiero e nella conseguente progettazione. Un’atmosfera armoniosa non nasce a caso, ma è il frutto dell’attenzione a tutte le componenti che contribuiscono a creare un pranzo o una cena “perfetti”: le luci, i profumi, la musica. Tutto deve essere considerato, valutato e inserito in un quadro coerente».

Un aspetto a cui non sempre viene data la giusta attenzione è la mise en place: «Bisogna riscoprire il coperto - spiega Adami - che non è la voce iniziale del conto, ma la cornice che ci permette di esaltare le caratteristiche della cucina del locale. Non basta mettere un piatto, delle posate e qualche bicchiere: la preparazione del posto a tavola richiede la massima cura e gli elementi che la compongono devono essere scelti e disposti con uno stile riconoscibile e coerente». Banalizzando questi aspetti si rischia di fare un torto ai piatti su cui i clienti misureranno la validità dell’esperienza. «In tempi in cui si ha, giustamente, un’attenzione quasi maniacale alla forma in cui i piatti vengono presentati - afferma Adami - non si può non riservare la stessa cura alla cornice in cui verrà servito».

Forme, colori, materiali e dimensioni sono elementi da combinare insieme per creare il setting giusto. «La tovaglia, per esempio, non è più un must - spiega Adami -. Si può scegliere di esaltare la materia di cui è fatto il tavolo: legno, vetro o ferro, ancor più se trattato con resine o pellicole o nobilitato da intarsi o decori artistici. Con il vasellame si può giocare con le forme e i colori, oltre che con dimensioni inusuali, per amplificare l’effetto wow dell’arrivo del piatto. Per il tovagliolo va tenuto presente anche l’aspetto tattile, affinché toccandolo e appoggiandolo sulle labbra possa essere talmente perfetto da non farsi notare». Creare un involucro coerente è fondamentale. Ma sarà la qualità del servizio a decretare il valore dell’esperienza. Perché ci vuole armonia anche tra forma e sostanza.

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