Sperimentare le conseguenze delle proprie scelte giocando è il modo migliore per accelerare il processo decisorio e per individuare la strada più corretta. Ecco come una scatola di pennarelli colorati e la plastilina possono diventare strumenti di management
Tempo fa mi hanno regalato l’iPad. Mentre cercavo di capire come usarlo, arrivò mio figlio, 5 anni. In un attimo mi spiegò come fare foto creative, video ecc.
Fu una lezione preziosa: i bambini hanno una straordinaria capacità di immaginazione e intuizione: possono giocare con qualsiasi oggetto e vedere le cose in modo differente.
La riflessione mi indusse a cambiare il modo di fare formazione e consulenza, adottando un approccio più giocoso, esperienziale, che aiuti a comprendere meglio la realtà attraverso il gioco.
Come il gioco aiuta i bambini a passare da una fase della vita a un’altra, può aiutare manager
e gestori a sperimentare liberamente, senza paura di fare errori e senza temere le conseguenze. Il gioco diventa un metodo per apprendere e per prendere decisioni corrette.
Dalle mappe... al Lego
Uno strumento molto utile sono le mappe mentali: si rappresentano le informazioni e le idee in forma grafica, coinvolgendo sia le funzionalità logico-razionali sia quelle immaginifico-creative. L’idea principale è al centro dello schema, le informazioni e i dettagli di approfondimento vengono legati secondo una geometria radiante che va via via verso l’esterno.
Simulare la realtà sotto forma di gioco permette di sperimentare cause ed effetti, l’esattezza del nostro pensiero e soprattutto le conseguenze della sua messa in pratica.
Utilizzando il gioco si può sperimentare la scelta senza paura
Un’alternativa allo stile “Rambo”, quello delle scelte eroiche, avventurose, che diventano un pericoloso gioco d’azzardo in contesti di mercato difficili. Non sperimentare le conseguenze delle proprie scelte può essere davvero rischioso. Quello che ho sperimentato
con grande efficacia è farlo attraverso un gioco che prevede tre fasi e tre dimensioni:
1) si identifica l’idea da sviluppare (maggiore competitività, fidelizzazione ecc.);
2) si realizza una mappatura delle azioni da compiere sul computer o a mano, utilizzando i colori;
3) si costruisce con le mani il modello, utilizzando pongo, plastilina, scatola dei lego.
La fase 3 è fantastica: se non si riesce a costruire il modello sappiamo che l’idea non è stata compresa o che non è valida perché non sta in piedi.
Il “gioco” accelera il processo decisorio. Il messaggio? Bisogna giocare ai Lego per prendere decisioni corrette.