Piace a molti la “grande abbuffata”

Una ricerca fa luce sui locali “All you can eat”, una formula che raccoglie più consensi di quanto si possa credere e che trova d’accordo sia chi ama fare nuove esperienze gastronomiche, sia chi sta attento al portafoglio. Solo l’8% parla di qualità scadente del cibo

È uno dei fenomeni più innovativi degli ultimi anni nel campo della ristorazione, che ha saputo conquistarsi un suo spazio grazie a una formula che trova sempre più consensi fra i consumatori.
Sono i ristoranti All you can eat (Ayce), i locali del “mangia quanto vuoi a prezzo fisso”. A Sapore 2012, salone internazionale dedicato a food&beverage extradomestico, questa tipologia di locali è stata scrutata con attenzione grazie alla ricerca condotta da Smart Research su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.297 soggetti) e coordinata da Daniele Tirelli, presidente di Popai Italia, in collaborazione con Rimini Fiera.

Mangiare senza freni

Secondo la ricerca questo tipo di locali gode di una buona immagine con eccellenti possibilità di crescita. A partire dal fatto che, secondo il campione, spendere una cifra ragionevole è l’elemento più importante quando si va a cena fuori, seguito dalla compagnia e dalla
“buona cucina classica”.
La quantità di cibo si trova solo al quinto posto con il 15% delle preferenze. Una formula figlia della crisi? La spiegazione può apparire banale, ma sicuramente qualche elemento di verità lo contiene. Anche perché questi locali rispondono infatti per qualcuno a un’esigenza di sfogo nervoso.
Il 56% del campione dichiara infatti che per
scacciare le preoccupazioni quotidiane ogni tanto ci vuole una bella mangiata “senza freni”.
L’indagine rileva un’eccellente conoscenza da parte del pubblico di questo tipo di locali. Il 69,2% dichiara di conoscerli, con valori sopra la media per gli uomini fra i 18 e i 34 anni che vivono in grandi città e sono spesso fuori a pranzo e cena. Il 57% ci è già stato e chi non l’ha ancora fatto è soprattutto perché non ne ha ancora avuto l’occasione.
Gli atteggiamenti preconcetti che bocciano fin da subito l’idea sono limitati a meno del 4% delle risposte, mentre il 3,6% ne fa solo un problema di dieta. La possibile abbuffata potrebbe comprometterla.
Oltre il 70% comunque ha intenzione di provarli o continuare a frequentarli. Italiano, pizzeria, giapponese e cinese sono le tipologie più frequentate con il 56% che orgogliosamente dichiara di avere mangiato tutto quanto ordinato e soprattutto il 17% che afferma di essere molto soddisfatto, accompagnato da un 71% che lo è abbastanza.

Molti ritornano perché apprezzano
in particolare l’idea

Per i clienti in questo tipo di ristoranti qualità e quantità vanno a braccetto e ci sono
pochissime lamentele anche per quanto riguarda i prezzi. La quota di coloro che considerano molto conveniente lo scontrino finale è del 32,6%, abbinata al 62,9% che si limita a un “conveniente”. Il 64% ha ripetuto l’esperienza perché apprezza l’idea e solo nel 17% dei casi fa riferimento al rapporto qualità prezzo. Fra chi ci è andato solo una volta prevalgono invece considerazioni legate alla logistica o al fatto di averli scoperti da poco. Solo l’8% parla di qualità scadente, una percentuale simile a quelli che si preoccupano della dieta.

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