Le 3 R della sostenibilità, un trend sempre più forte della ristorazione

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Riduci, Riusa e Ricicla. Le 3 R della sostenibilità sono sempre più presenti nel mondo della ristorazione. E portano con sé un modo di lavorare e un'attenzione più consapevoli

Le 3 R della sostenibilità sono sempre più presenti nel mondo della ristorazione. Siamo di fronte a una nuova tendenza? Sembra proprio di sì: la coscienza ecologica è ormai approdata alla tavola e il ristoratore ne è ben cosciente.

Per il mondo anglosassone, dove sono bene conosciute e già ampiamente applicate, le 3 R indicano le parole Reduce, Reuse e Recycle. Una coincidenza linguistica vuole che anche in italiano le 3R corrispondono alle rispettive traduzioni: Riduci, Riusa e Ricicla. Le 3 R sono mantenute mentre noi, per una volta, noi possiamo compiacerci dell’origine latina dei tre termini inglesi.

Ma vediamole le tre parole da vicino:

Riduci. Vuol dire utilizzare di meno. Cosa? Quanto più possibile: energia (possibilmente rinnovabile), acqua, materie prime, condimenti e via dicendo. Basta guardare con occhio critico il cestino dei rifiuti è per rendersi conto quando se si è esagerato. Consumare meno e creare meno rifiuti è il primo più importante passo per entrare in un’ottica green.

Riutilizza. Significa utilizzare i materiali più di una volta nella loro forma originale invece di gettarli via dopo ogni utilizzo. Se in cucina ci si guarda intorno, si vede che esistono molti oggetti che il mercato destina al monouso che invece sono lavabili e riutilizzabili, per esempio i contenitori di alluminio. D’altra parte, la stessa industria ora propone articoli monouso per eccellenza, come la carta da cucina, in versione riutilizzabile. Per esempio, il rotolo di carta in fibra di bambù, lavabile e riutilizzabile.

Ricicla: Significa trasformare oggetti di scarto in nuovi prodotti. Per realizzare l'imperativo proposto da questa a terza erre, il cittadino - ristoratore o no che sia -  a prima vista può fare ben poco: nessuno di noi è in grado di trasformare qualche migliaio di bottiglie di plastica in una panchina. Ma, in ogni caso, tutti noi siamo in testa alla filiera di produzione di quella panchina. Siamo noi che forniamo la materia prima all’industria che ricicla gli oggetti di scarto differenziando correttamente i rifiuti.
Ovviamente solo i rifiuti non riutilizzabili, perché gli altri li laviamo e li riutilizzeremo finché dureranno.

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