Palermo: 3 cappelli al Gagini Restaurant, nel cuore della Vucciria

gagini
Premiata l'inedita alta cucina siciliana di Mauricio Zillo che propone gli azzardi della cucina creola con ingredienti isolani

Sorpresa per il Gagini di Palermo: alla sua riapertura, il locale di Via Cassari, nel mercato della Vucciaria, è stato premiato con 3 cappelli dalla Guida dell’Espresso 2021.

Il nuovo Gagini di Franco Virga e Stefania Milano, si è presentato ai suoi clienti completamente ristrutturato, con una cucina a vista per un’esperienza dining-open-space del tutto nuova. Il servizio è affidato alla màitre Laura Carollo e al sommelier Marco Iannello, new entry in cantina ed uno dei pionieri del vino naturale nell’alta ristorazione in Sicilia. (I nostri articoli sulla ristorazione a Palermo sono qui)

Lo chef Mauricio Zillo

La novità decisiva nell'attribuzione dei cappelli è, naturalmente la cucina, che proprio in prossimità del lockdown è stata affidata a Mauricio Zillo, chef brasiliano innamorato della Sicilia, autore di un menu innovativo, dove convivono  sperimentazione, contemporaneità e attenzione agli ingredienti.
I suoi maestri sono Bocuse, Atala, Arzak, Santamaria, nel suo curriculum cìè il ruolo di chef al Doping Club a Barcellona e del ristorante parigino A Mere. In Italia ha debuttato in  veste di secondo di Matias Perdomo al Pont de Ferr per poi dirigere l'ex bistrot di Maida Mercuri, il Rebelot.

Alta cucina siciliana inedita

E poi c'è Palermo, con un'alta cucina siciliana che si distingue nettamente dalle altre perché non si basa sulla rivisitazione, come sarebbe persino istintivo aspettarsi, ma sulla pura  creatività che dal territorio attinge le (meravigliose) materie prime ma non la tradizione. .E, se si scorre il menu, non si trovano rivisitazioni di Norme e paste con le sarde , ma piatti totalmente inediti. E quando si scopre che le telline vanno a comporre una salsa che accompagna il pollo, e il latte di mandorla riveste il pesce il pesce, allora non si può non pensare alla scuola di cucina creola di Dona Flor a Bahia, nel romanzo di Jorge Amado "Dona Flor e i suoi due mariti".

 

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