Dalla costiera napoletana giunge l'idea di un nuovo format: Litho 55 è composto da un ristorante di alta cucina, un esclusivo sushi lounge e un cocktail bar premium con terrazza vista su Capri e le Penisola sorrentina.
Aperto alla fine del 2020 nel parco secolare di una villa storica del Miglio d’Oro, Litho 55 è guidato dallo chef Raffaele dell’Aria, classe 1988, cresciuto nella brigata di Francesco Sposito, due Stelle Michelin, di Taverna Estia a Brusciano di Napoli.
La sua cucina creativa e contemporanea trova la propria identità in un armonico incontro tra ingredienti e materie prime del territorio e combinazioni fusion. Lo spaghettone di Gragnano alla Nerano, un classico della Penisola Sorrentina, incontra il sashimi di capasanta; la Fresella di mare con gamberi crudi e frutti di mare è servita con emulsione di burro di Normandia e acqua di mare e i tradizionali Roll giapponesi sono proposti anche in una inedita variante Capri con un cuore di mozzarella di bufala campana Dop.
(Leggi qui l'articolo "Format temporanei di chef stellati per un’estate speciale").
Mediterraneo e Giappone
Litho55 è progetto nuovo e ambizioso ma con solide radici, voluto dalla famiglia Brancaccio ristoratori da due generazioni a Portici con il ristorante “La Tradizione”, indirizzo icona di cucina tradizionale partenopea di grande qualità. Con Litho 55 si va oltre. L’ispirazione sono i nuovi modelli di consumo e la cucina contemporanea e cosmopolita, fatta di incontri e sincretismi: dal Mediterraneo al Giappone, dalla Francia alle nuove tendenze del bere miscelato.
La carta
Il mare è protagonista nella carta che si apre con i crudi tramite l’opzione “Componi il tuo crudo”, le Tartare e "Dal nostro Acquario" con offerta di Astice Blu, King Crab e Aragosta. Un’attenzione speciale è dedicata alla selezione ostriche e caviale con prodotti provenienti dall’Italia, dalla Francia e dall’Irlanda - ostrica San Michele del Parco Nazionale del Gargano, Ostrica Belon e Gillardeau dalla Bretagna, Ostrica Regal Oro da Westport e la Tarbouriech direttamente dalla Laguna di Thau nella Languedoc-Roussilon francese – e caviali Astra, Beluga, Imperial e Royal. Ricerca gastronomica, estetica del piatto e una importante carta di vini e champagne definiscono l’esperienza Litho 55 a cui contribuisce un ambiente elegante spalancato sul mare.
Il cocktail bar
Il cocktail bar e le suite del nuovo Resort Tre Fontane completano e prolungano l’esperienza Litho 55. Gli ospiti del ristorante possono infatti soggiornare nel nuovo lussuoso albergo e viverne gli spazi: i saloni, la lounge del bar e la terrazza solarium con piscina. La carta dei drink propone un’ampia selezione di cocktail: miscelazioni robuste e fruttate per accontentare tutti i palati e originali signature cocktails da gustare come aperitivo o in pairing con le proposte dello chef e le stagioni.
L'ambiente e gli oggetti
Lo chef Dell’Aria ha selezionato personalmente materiali e forme per impiattare le sue creazioni: superfici materiche come la pietra vulcanica, linee e forme che evocano il mare come il grande riccio in porcellana bianca o i sassi levigati dalle onde.
Il progetto architettonico porta la firma dello studio WE+ degli architetti napoletani Marco Falconio e Fabio Oranges: doghe di rovere, onice grigio, marmi dalle venature preziose, finiture in ottone, sedute in velluto, corpi illuminanti scultorei, colori naturali e morbidi connotano con eleganza gli spazi che alternano superfici piene, vuoti e linee sinuose.
Il nome Litho 55 racconta la storia del luogo: all’interno di una Villa vesuviana del XVI secolo, con parco storico ed essenze secolari, con affaccio sul mare, nella zona che un tempo era chiamata Leucopetra, pietra bianca, dal nome della ninfa marina di cui si innamorarono Vesevo e Sebeto. Il mito racconta che per sfuggire ai due giovani che la volevano rapire, la ninfa si gettò in mare e si trasformò in pietra. Il giovane Vesevo, disperato, si trasformò in una montagna e cominciò a versare fuoco, fino a raggiungere la sua amata ninfa nel mare, trasformando la zona da Leucopetra in Pietrarsa (pietra nera), dove oggi ha sede il Museo ferroviario più antico d’Italia. Litho in greco significa appunto pietra e la pietra è elemento ricorrente: nel design degli interni, nel paesaggio lavico del territorio, nella mise en place che spesso predilige elementi materici e scultorei per accogliere le creazioni dello chef.