Carta dei caffè a spreco zero

A fine pasto il ristoratore ha l’opportunità di guidare gli ospiti in un “giro del mondo” che dà valore al rito dell’espresso, grazie alla carta dei caffè che già in molti propongono con successo. Alcune torrefazioni aiutano gli operatori a organizzare questa offerta, che consente di alzare lo scontrino e fornire al cliente una scelta più ampia e di maggior qualità. Se infatti una classica miscela si vende per lo più a 1,5-2 euro, la tazzina di una singola origine 100% Arabica può costare da 3 fino a 6 euro, purché realizzata e presentata con attenzione.

Monorigini

Seguendo questo trend, Caffè Fantini ha realizzato una linea di 9 monorigini (Brasile, Costa Rica, Colombia, Honduras, Kenya, Guatemala, El Salvador, Etiopia e Nicaragua) riunite in una carta dove i caffè sono descritti con tanto di ciò che si troverà in tazza e l’indicazione dell’intensità di corpo, acidità ed equilibrio. A chi è abituato alle esplorazioni gustative si possono suggerire aromi lontani dai classici, mentre ai palati più abitudinari si possono consigliare quelli più rotondi e cioccolatosi.

Bustine monodose

Una volta aperta la confezione, l’ossigeno dà però il via a processi ossidativi che influiscono negativamente sul gusto del caffè, che dunque va consumato rapidamente. Per risolvere il problema, la torrefazione romana propone bustine da 9 g di macinato. Dice Flavio Di Donato, titolare di Caffè Fantini «Così diamo la possibilità al ristoratore di avere il massimo ritorno economico dal caffè. L’investimento richiesto per l’acquisto di 9 box da 50 monodosi dalla shelf life di 2 anni è minimo e conferisce pregio al locale che le propone, attraverso la carta dei caffè. Non si avrà più caffè ossidato né sprechi, ma clienti soddisfatti da una nuova esperienza e la possibilità di mettere il giusto ricarico alla tazzina».

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