Sano e sostenibile, perché allevato in acque profonde e incontaminate, in un impianto a impatto zero per l’ecosistema. Versatile in cucina grazie a carni sode, dal sapore dolce e delicato. Salutare, perché ricco di grassi Omega 3. È la carta d’identità del cobia, pesce che vive nelle acque tropicali e che dalla fine del 2015 è distribuito anche in Italia.
Questo pesce (nome scientifico rachycentron canadum) è un solitario, che non si muove in branco con i suoi simili, ma preferisce nuotare con gli squali. Un’abitudine che lo rende poco interessante per la pesca con le reti ma, proprio perché ha carni pregiate, è una delle prede preferite della pesca sportiva con la lenza. Il cobia ha anche una serie di caratteristiche che lo rendono ideale per l’itticoltura: si sviluppa velocemente e, poiché vive in acque a temperatura costante, è disponibile tutto l’anno e le sue carni hanno sempre un contenuto di grasso del 18%.
Queste caratteristiche non sono sfuggite a Brian O’Hanlon, un giovane newyorchese appartenente a una famiglia che da generazioni si occupa di commercio ittico. O’Hanlon si è presto reso conto che la pesca intensiva e l’aumento dei consumi stanno impoverendo mari e oceani e che la risposta può arrivare dall’acquacoltura, ma solo se praticata con metodi innovativi, sostenibili per l’ambiente e la società. Per questo nel 2007 ha fondato la società Open Blue per l’allevamento del cobia. Oggi Open Blue gestisce il più grande impianto di acquacoltura in mare aperto del mondo, a 12 km dalla costa atlantica di Panama. Qui - all’interno di una riserva marina protetta di 1.000 ettari, dove è vietata la pesca commerciale - i pesci sono allevati in grandi gabbie sommerse, posizionate alla profondità preferita dai cobia. All’interno delle gabbie vivono pochi esemplari, in condizioni simili a quelle naturali. Proprio per questo i cobia hanno bisogno di meno mangime rispetto agli allevamenti ad alta densità e, poiché l’ambiente è sano, non c’è bisogno di somministrare loro antibiotici.
Inoltre, le correnti oceaniche puliscono continuamente l’acqua. Anche le gabbie brevettate Open Blue sono sostenibili: quando viene pescato il pesce, vengono fatte emergere e lasciate seccare al sole; alghe e batteri vengono così neutralizzati senza utilizzare prodotti chimici. Il pesce viene pescato con una tecnica speciale che permette di ottenere carni bianche e di migliore qualità. Dopodiché è trasportato a Panama City, lavorato negli impianti di Open Blue e inviato nei diversi mercati. Open Blue controlla l’intera filiera e la tracciabilità è assicurata dall’uovo al prodotto confezionato.