Anche nel regno vegetale, come in quello animale, l’identità di un individuo è definita dall’interazione tra il suo patrimonio genetico e l’ambiente. Botanicamente, il limone di Sorrento appartiene alla specie Citrus limon. Per quanto riguarda il suo Dna, quindi, è un limone comune. Ma agli effetti determinati dal codice genetico si deve aggiungere il clima della Penisola Sorrentina, il terreno e la secolare sapienza agrumicola dei contadini della zona. Da tutto questo origina l’ecotipo Limone di Sorrento Igp, geneticamente un limone qualunque, in realtà un frutto molto speciale. Oltre che con il suo nome ufficiale, Limone di Sorrento Ipg è chiamato anche Femminello Sorrentino, Ovale di Sorrento, Limone di Massa e Massese.
Ha forma ovale, con un peso non inferiore a 85 grammi. La buccia è di colore giallo per almeno il 50% della superficie che diventa totalmente gialla nei mesi estivi. La polpa è di colore paglierino ed è ricca di succo particolarmente acido. Eccellenti per molte ricette, sono molto usati in pasticceria, e la loro buccia dà un aroma inimitabile al celeberrimo limoncello. Molte delle loro caratteristiche derivano dalla tecnica di produzione rimasta immutata dal Seicento, quando i padri Gesuiti ne introdussero la coltivazione. Le piante sorgono su terrazzamenti artificiali e vengono fatte crescere sotto le “pagliarelle”, tettoie di paglia appoggiate a pali di castagno alti tre metri. Questi scudi approntati dall’uomo riparano chiome e frutti da vento, grandine, gelate ed eccessiva insolazione. Oggi le pagliarelle tendono a essere sostituite da reti di plastica e i pali di castagno da equivalenti metallici. Il prodotto non ne soffre, il paesaggio sì.